Il Consiglio regionale della Basilicata il 13 febbraio ha approvato una mozione finalizzata al contrasto alla desertificazione bancaria e alla istituzione di un “Osservatorio regionale del credito e del sistema bancario”, con dentro l’Abi Basilicata, le organizzazioni sindacali di categoria e l’Anci. L’obiettivo è mettere in campo azioni e iniziative, recita il testo, “per affrontare e prevenire gli effetti negativi che la desertificazione bancaria produce sia sotto il profilo economico sia sotto quello sociale e lavorativo”.
“Un ottimo risultato – afferma il segretario generale Fisac CGIL Basilicata, Lorenzo Bruno – la prima iniziativa di questo genere nel Paese, perché assume una consapevolezza condivisa di un problema, quello della desertificazione bancaria, che ha assunto contorni che travalicano il settore con riflessi negativi sul tessuto economico e sociale. Ed è proprio lungo questa linea che già il 15 febbraio il Consiglio regionale ha convocato in audizione il rappresentante territoriale di Intesa Sanpaolo, insieme alle organizzazioni sindacali confederali, sulla costituzione dell’Osservatorio e sui piani di variazione territoriali delle filiali di Intesa Sanpaolo in Basilicata.
Parte dunque dalle terre lucane il tentativo trasversale di interrompere la corsa alla desertificazione bancaria che nel nostro Paese sembra non arrestarsi. Quel processo che vede la progressiva chiusura di filiali, sacrificate sull’altare degli “utili”, che trascina in questo buco nero anche l’occupazione, che di fatti nel settore continua a calare. Eppure questo trend, peraltro ancor più marcato nel Mezzogiorno, ha generato una reazione avversa grazie a un’iniziativa assunta in Basilicata: un’assunzione di consapevolezza, promossa dalla Fisac e dalla Cgil regionale, insieme alle altre Organizzazioni Confederali, che ha portato a uno stesso tavolo non solo la controparte datoriale ma anche le istituzioni locali con l’istituzione di un Osservatorio regionale del credito e del sistema bancario.
L’iniziativa – spiega Bruno – nasce nei giorni immediatamente successivi all’iniziativa di fine settembre promossa dalla Fisac Cgil Nazionale a Napoli dal titolo esplicativo “Sud In Credito”, promossa proprio per denunciare l’abbandono da parte di banche e assicurazioni di questa parte del paese e per avanzare proposte per individuare un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno – Bper, la terza banca in Italia per numero di filiali e la quarta per attivo, comunicava la decisione di spacchettare l’area direzionale della Basilicata, smembrando le province di Potenza e Matera, aggregandole rispettivamente a Salerno e Bari.
Da qui la protesta promossa dai sindacati di categoria, insieme alle Confederazioni regionali, proprio davanti alla sede storica dell’istituto di credito guidato da Pier Luigi Montani, in piazza San Francesco a Matera, per dire no a una riorganizzazione senza alcuna motivazione economica e finanziaria. Contro questa decisione, ovvero togliere l’unico ufficio di direzione rimasto in regione, peraltro a seguito di altre chiusure di agenzie sull’intero territorio lucano, è partita la protesta. Perché non si tratta ‘solo’, se così si può dire, di chiudere presidi del credito, ma di infliggere un colpo pesante sul fronte dell’occupazione e sull’intera economia regionale.
Il giorno del presidio, l’8 gennaio scorso, arrivavano inoltre notizie di ulteriori chiusure, questa volta di filiali di Banca Intesa Sanpaolo e del presidio di Agribusiness. Questo triplice colpo destava finalmente anche l’attenzione delle istituzioni locali. La politica regionale ha capito che la chiusura di filiali, di centri decisionali sul territorio, trascina con sé l’intero tessuto economico e sociale, fa venire meno presidi di legalità e genera fenomeni di emigrazione. Il tema – conclude Bruno – non è più solo la desertificazione bancaria, qui il tema è che se prosegue questa tendenza sarà l’intera regione ad essere annientata”.