I segretari provinciali di Cgil e Cisl, Eustachio Nicoletti e Giuseppe Bollettino, in una nota denunciano le cricità della Sanità materana e contestano l’annullamento del tavolo di confronto richiesto al direttore generale Sabrina Pulvirenti. Di seguito la nota integrale.
La sanità materana affidata alla politica del gambero
Cgil – Cisl della provincia di Matera denunciano l’inaffidabilità istituzionale e l’autoreferenzialità del Direttore Generale dell’ASM di Matera.
La dott.ssa Sabrina Pulvilenti, nominata dal Presidente Bardi Commissario straordinario dell’ASM esattamente un anno fa, per risolvere gli enormi problemi e i ritardi atavici della sanità materana (oltre che quelli generati dalla fase pandemica) ha opportunisticamente interpretato il ruolo commissariale, aprendosi al confronto con le istituzioni territoriali, le associazioni e le parti sociali, tra cui anche Organizzazioni Sindacali.
Dopo la manifestazione provinciale di Cgil, Cisl e UIl del 25 Maggio 2021, il Commissario dell’ASM ha formalizzato un tavolo permanente di confronto, con l’obiettivo di ricercare azioni adeguate e condivise per dare risposte ai bisogni di salute del territorio materano.
Con la nomina a Direttore Generale, la dott.ssa Pulvilenti Sabrina ha cambiato totalmente atteggiamento, passando da un approccio di disponibilità al confronto con le parti sociali (da Commissario straordinario) a vero esempio di autoreferenzialità autarchica (da Direttore Generale), sostenuta plausibilmente anche dalla nomina di un Direttore Amministrativo anch’esso proveniente dalla Capitale e, quindi, di probabile sua fiducia.
Il tavolo permanente è stato di fatto inficiato, venendo meno agli impegni presi e rendendoli carta straccia. La dott.ssa Pulvirenti ha disatteso gli incontri programmati, continua a negarsi ai contatti per le vie brevi e interferisce durante la campagna elettorale delle Rsu rendendosi disponibile a partecipare ad una iniziativa di una sigla sindacale autonoma, per citare solo alcuni degli esempi a riprova che il Direttore Generale dell’ASM di Matera, come altri, forse pensa di essere venuta nella provincia di Matera con un’idea colonizzatrice.
Il massimo della metaforfosi degenerativa la si raggiunge con la Deliberazione del Direttore generale n. 129 del 3 marzo 2022 con all’oggetto: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR – Missione 6 – Componenti n. 1 e n. 2. Presa d’atto risorse assegnate all’Azienda, individuazione RUP ed approvazione schede di intervento, emanata ritenendo di escludere dal confronto i corpi intermedi Costituzionalmente riconosciuti su una materia riguardante l’organizzazione futura della Sanità materana e lucana.
Infatti, la delibera, prendendo atto degli importi ad oggi assegnati all’ASM di Matera, nell’ambito delle risorse assegnate alla Regione Basilicata per i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, declinati nelle componenti e negli interventi previsti nella missione 6, definisce l’organizzazione futura della Sanità Materana attraverso la realizzazione delle Case della Comunità e presa in carico della persona, i COT (importo globale), il Rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture – Ospedali di Comunità, ammodernamento parco digitale ospedaliero (digitalizzazione DEA I e II livello) e del parco tecnologico ospedaliero.
Inoltre, individua la geolocalizzazione delle sedi degli Ospedali, delle Case di Comunità, Case di Comunità Hub e Case di Comunità Spoke, ritenendo superfluo il contributo dei sindacati in grado di avanzare proposte formulate tenendo conto delle migliaia di cittadini e lavoratori rappresentati.
Per questo, la riprogettazione della Sanità materana risulta monca e espone la decisionista Direttore Generale dell’ASM di Matera ad una responsabilità importante e pericolosa in considerazione del fatto che, visto l’ingente impegno di spesa e gli assetti organizzativi messi in campo, un eventuale fallimento escluderebbe definitivamente il raggiungimento dei livelli essenziali di prestazioni sanitarie per il territorio e l’utenza materana.
Nel frattempo la Sanità materana continua a dimostrare difetti strutturali storici e amplificati dall’emergenza pandemica, che la rendono non più adeguata a rispondere alle esigenze sanitarie accumulatesi durante la pandemia, sommate a quelle pregresse, mai affrontate adeguatamente.
Le performance inadeguate continuano a persistere e ad aggravarsi come si evince dagli indicatori del “Piano Nazionale Esiti” e dalla mobilità passiva dei Lucani che continua a manifestare grande propensione a curarsi fuori Regione, costituendo un aggravio per la spesa regionale e un guadagno per le casse delle Regioni verso le quali si dirige la mobilità.
Ad oggi, non risultano elementi concreti per asserire che la dott.ssa Sabrina Pulvilenti sia riuscita ad invertire la situazione di inadeguatezza della Sanità materana che continua a sgretolarsi in tutte le sue articolazioni sia ospedaliere che territoriali.
Rispetto alla piattaforma e alle richieste della manifestazione del 25 maggio 2021 non c’è nessun punto di avanzamento e, essendosi anche interrotto da mesi il fragile filo di confronto del tavolo permanente, non abbiamo notizie su assunzioni di personale, rafforzamento dei servizi, abbattimento liste d’attesa e neanche siamo stati coinvolti sulle importanti scelte e decisioni relative alla programmazione dell’utilizzo delle ingenti risorse, che dovranno essere spese nel territorio materano con riferimento alla missione 6 (Salute) del PNRR e che potrebbero essere l’ultimo treno per costruire servizi sanitari adeguati ai bisogni di salute dei cittadini del nostro territorio.
Dall’analisi di quanto accaduto nell’ultimo anno, CGIL e CISL ritengono che occorrono ben altre competenze e capacità organizzative, oltre che una reale cultura orientata al confronto, per riprogettare e innovare profondamente il Sistema Sociosanitario e superare le carenze strutturali dell’architettura attuale della rete ospedaliera e dell’assistenza territoriale, puntando su modelli innovativi che diano risposte ai bisogni di salute di tutti i cittadini lucani, senza lasciare indietro nessuno.