“Anche in Basilicata, nelle carceri di Potenza, Matera e Melfi sono stati numerosi gli episodi che hanno visto coinvolti da “vittime” gli agenti penitenziari e di attività illecite dei detenuti, con il sequestro di droga, telefonini, ecc. L’anno che sta per chiudersi passerà come l’anno horribilis per il sistema penitenziario italiano. Ma anche il 2020 non promette nessuna novità positiva se non si mette fine al “buonismo” che regna nelle carceri alimentato dalla convinzione di dove redimere tutti e se non si ristabilisce la verità tra vittime e carnefici”. Ad affermarlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo per il quale “il bollettino di radio-carcere è diventato sempre più fitto di episodi di ogni genere al punto da non fare più notizia o al massimo ottenere qualche rigo di notizia in cronaca locale. Per questa ragione, dopo il tour 2019 nelle carceri e nelle piazze delle principali città italiane, sit-in e conferenze stampa in luoghi istituzionali, decine di manifestazioni di protesta, l’S.PP. – annuncia il segretario – già dalle prime settimane del nuovo anno attuerà iniziative ed azioni più clamorose, mai realizzate prima, per stanare i responsabili ad uscire allo scoperto e a prendere provvedimenti. Lo faremo – dice Di Giacomo – contando su una categoria sempre più lasciata sola al suo destino (salvo azioni strumentali e demagogiche della politica), delegittimata, vituperata, che ha bisogno di un punto di riferimento e per tutelare tutti quei cittadini che vedono uscire a distanza di poco tempo dal carcere gli autori di violenze e di reati di ogni natura contro i propri familiari e ancor più sono sbeffeggiati dai carnefici. Il problema non è riconducibile esclusivamente,come fa il Garante nazionale dei detenuti Palma, al sovraffollamento degli istituti penitenziari. E’ il sistema che va rivisto con provvedimenti radicali dando prova che lo Stato non ha alzato bandiera bianca lasciando i boss mafiosi, i criminali, brindare con lo champagne e l’aragosta, al nuovo anno. Infine – dice Di Giacomo – abbiamo pagato un tributo troppo alto in termini di 30 poliziotti che in quest’anno si sono suicidati e quindi lo dobbiamo alle loro famiglie perchè anche di fronte al suicidio dei colleghi la politica ha nascosta la testa sotto la sabbia”.
Dic 30