Principio Di Nanni, delegato e Rls Fiom Cgil alla Fca Stellantis di Melfi: “No guerre, no discriminazioni”. Di seguito la nota integrale
Stiamo vivendo giorni drammatici in cui la popolazione mondiale, già stremata dalle conseguenze di una pandemia che “sembra” (ma non è detto) stia esaurendo i suoi effetti, è stata colta di sorpresa nella notte dall’inizio di una guerra insensata, anche se non proprio improvvisa. Condivido in pieno la decisione della Cgil Nazionale di scendere in piazza contro la “Guerra dichiarata dalla Russia all’Ucraina (o dovremmo dire da Putin?).
Tuttavia, in qualità di delegato e Direttivo Politico sindacale della FIOM, mi corre l’obbligo di far notare ai nostri dirigenti nazionali, che la stessa sensibilità va “manifestata” rispetto a temi ugualmente attuali e “vitali” per la moltitudine di lavoratori italiani, che al Sindacato affidano ogni giorno le speranze di una condizione lavorativa migliore e, quindi, l’arduo compito di trovare una soluzione “concreta” ai problemi quotidiani che affliggono l’intera classe lavoratrice.
Oggi più che mai lo sciopero degli autotrasportatori e del settore agricolo ha mostrato come il caro carburante, abbia rappresentato la goccia che ha fatto traboccare un vaso colmo di problemi, per la maggior parte trascinatisi negli ultimi due anni di pandemia e quasi mai “completamente risolti.”
L’aumento del prezzo del petrolio, verificatosi già prima dello scoppio della guerra e che, quindi, potrebbe ancora peggiorare, è solo uno degli ultimi dei problemi che ha colpito sia la classe dei lavoratori autonomi che la classe operaia: basti pensare al caro bollette (che pure ne è una conseguenza) che sta mettendo a dura prova il sistema economico delle famiglie italiane che hanno, ahimè, ormai esaurito le risicate risorse che gli hanno consentito di sopravvivere in questi ultimi anni in cui anche la pandemia ha messo a dura prova la loro resistenza economica, medica e psicologica.
Per questo è urgente e necessario a questo punto “unire tutti i temi” che hanno generato la grave crisi che stiamo vivendo in tutti i settori e non dimenticare di sostenere le vere battaglie sindacali contro le discriminazioni, la precarietà dei giovani e meno giovani, l’insostenibilità dei contratti interinali o del lavoro a chiamata, tutto ciò deve ritornare centrale nella discussione sindacale l’eliminazione della normativa contrattuale che ha originato il “jobsact” e una legge per il salario minimo per ridare dignità e sicurezza a tutti i lavoratori in ogni campo e va esteso l’art. 18 (Statuto Lavoratori) per evitare la guerra tra i poveri.
Particolarmente allarmante è il problema della sicurezza sul lavoro, che resta punto debole dell’organizzazione aziendale e tema irrisolto della politica sindacale, come dimostrano le notizie di cronaca quotidiane. L’anno scorso, nonostante il minor numero di giornate lavorative, abbiamo contato circa 3 morti al giorno sul lavoro per un totale di 1221 morti in tutto l’anno.
Anche gli infortuni (quelli denunciati) ammontano a ben 555.236 e sono aumentate a 55.228 le malattie professionali denunciate (dati Inail). Anche il Sindacato deve prendere atto che dietro questi numeri si nascondono tanti casi non denunciati per omissione o repressione, minaccia di licenziamento o “avvenuti fuori da contratti regolari.”
Anche per questo è stato giusto dire no alla guerra e alle prevaricazioni, in più io invito tutti i politici e gli imprenditori onesti a prendere le distanze da chi la guerra la finanzia e ne sfrutta le conseguenze vantaggiose a spese della povera gente.
Per tanto al mio Sindacato chiedo di fare autocritica per non aver dato risposte concrete ai problemi ed alle varie urgenze dei lavoratori, attivando vertenze e azioni giuridiche, su vari diritti calpestati,chiedendo al Governo maggiori risposte e necessarie attenzioni tra cui anche quella legata alla limitazione al lavoro ed alla retribuzione legata all’obbligo vaccinale, (Green Pass Over 50); Nel settore pubblico il TAR del Lazio ha già disposto, la sospensione dei provvedimenti limitativi del diritto alla retribuzione per i dipendenti sospesi (nel settore scuola, giustizia e difesa), sollecitando una discussione sul bilanciamento di tutti i valori costituzionali in ballo tra cui quello all’assicurazione di un sostegno economico vitale idoneo a sopperire alle esigenza essenziali di vita),perchè migliaia di lavoratori oggi sono in seria difficoltà e discriminati in quanto over 50, rispetto a tutti gli altri che sono rimasti liberi di scegliere se Vaccinarsi!
In fine, in qualità di delegato sindacale dell’area congressuale #riconquistiamotutto invito Landini e tutta la CGIL a ripartire dallo sciopero generale del 16/12/2021, Confidando nella rapida fine del conflitto e il ritorno alla diplomazia, l’intera Organizzazione deve lavorare per unire le forze, i temi e le discussioni,per costruire altre azioni nazionali fissando degli obbiettivi comuni per scendere tutti nelle piazze a protestare non solo contro ogni forma di guerra, ma contro ogni forma di schiavismo, aggressione e di prevaricazione “Politica e Sociale”coinvolgendo tutti i cittadini italiani che spesso (dovuti ai vari aumenti) non arrivano neanche più a coprire le spese già alle prime settimane del mese!