L’Uci respinge il tentativo della Regione di spostare sulle attività agricole la responsabilità dei fenomeni registrati nell’invaso del Pertusillo. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
“Siamo di fronte a un grave tentativo di depistaggio delle vere responsabilità”. Il Coordinatore dell’UCI di Basilicata, Nicola Manfredelli non esita a definire fuorvianti e false le considerazioni scaturite dal tavolo regionale con il Presidente Pittella, l’Assessore Pietrantuono e il Direttore dell’Arpab, Iannicelli, tese a scagionare i petrolieri e ad incolpare gli agricoltori della responsabilità dei fenomeni che si stanno verificando nell’invaso del Pertusillo.
Quanto è stato dichiarato dal Governatore lucano in merito alla modifica della naturale colorazione delle acque della diga – “è stata riscontrata la presenza di un’alga, di cui cercheremo la natura e l’origine, che potrebbe essere addebitata agli sversamenti impropri che provengono dall’agricoltura” – secondo l’Uci è da confutare completamente, perché l’affermazione di Pittella, non solo non è suffragata da nessun dato concreto ma, nella sostanza, esprime un pregiudizio verso il settore primario, che offende l’impegno di migliaia di coltivatori e allevatori, che con la loro attività continuano a svolgere una funzione fondamentale anche ai fini dell’equilibrio ambientale.
Se l’agricoltura, nonostante le tante rassicurazioni e promesse, continua ad essere un settore trascurato e penalizzato, non è accettabile, che adesso venga anche criminalizzato, aggiungendo al danno anche la beffa; non bisogna dimenticare, infatti, che insieme al turismo, è proprio il settore primario a pagare il prezzo più alto dalle estrazioni petrolifere, sia in termini di deprezzamento del valore dei terreni che di calo del ricavo dei prodotti da collocare sul mercato.
A fronte del silenzio della politica, delle istituzioni e delle varie organizzazioni, l’Uci manifesta il profondo dissenso verso l’ingiustificato attacco al mondo agricolo lucano, che mai come in questo momento, con il rischio di chiusura di centinaia di aziende, va difeso, tutelato e supportato con interventi diretti e indiretti, quali possono essere, appunto, le limitazioni all’attività invasiva delle estrazioni di petrolio.
Finora sono rimaste inevase le richieste dei benefici, in particolare sulla riduzione dei costi di produzione, a partire da quelli per l’energia e il carburante, avanzate dagli agricoltori lucani, ai quali, come hanno specificato anche alcuni studiosi della materia, non può essere addebitata la responsabilità dell’eventuale proliferare delle alghe nelle acque dell’invaso del Pertusillo, per alcune semplici considerazioni: a) si tratta di fenomeni mai verificatisi prima dell’avvio dell’attività estrattiva, neanche quando l’intensità produttiva e zootecnica era notevolmente più elevata rispetto al livello attuale; b) che in nessun altro lago, invaso o diga, anche in zone dove l’attività agricola è molto diffusa, si sono verificati fenomeni analoghi; c) che la proliferazione delle alghe deriva non solo dalla presenza del fosforo e dell’azoto utilizzati in agricoltura, ma anche, in misura rilevante, dalla presenza dello zolfo, che come si sa, insieme all’azoto, viene rilasciato a seguito dei processi di lavorazione del petrolio.
Le accuse di colpevolezza degli agricoltori vanno, pertanto, interamente rimandate al mittente, in primo luogo alla Regione, che secondo l’Unione Coltivatori Italiani, anziché attardarsi in improbabili tentativi di depistaggio delle responsabilità per quanto continua a succedere, deve incominciare a dare prova di coerenza e trasparenza nel governo dei processi economici e sociali e nelle corrette procedure da rispettare per gli interventi della pubblica amministrazione.
“Se il petrolio è solo una fiammata, il territorio, con la sua popolazione e il suo tessuto sociale e produttivo – fa presente Manfredelli – rappresenta la risorsa fondamentale che va salvaguardata e sviluppata. Per tali motivi, a breve, proprio sul tema dell’Ambiente e della Legalità, l’Uci organizzerà un incontro nazionale in Basilicata, chiamando al confronto prestigiosi esperti e studiosi delle materie economiche, ambientali, amministrative, da cui poter trarre utili indicazioni anche per gli sviluppi della “vertenza agricola” aperta per affermare il rispetto e il rilancio del settore primario lucano”.
gli agricoltori hanno l’obbligo di tenere un bacino di contenimento delle eventuali perdite derivanti dalle loro cisterne di stoccaggio del carburante per autotrazione; inoltre gli allevatori hanno l’obbligo di fare e rispettare un piano di utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici. I controlli ci sono e pure le sanzioni. Invece il centro oli è autorizzato a operare pur non avendo installato il bacino di contenimento a tutte le proprie cisterne di stoccaggio. Gli agricoltori sono tra le principali vittime dell’inquinamento del Pertusillo visto che ne utilizzano l’acqua per irrigazione. Alla regione dovrebbero saperlo.