“Il Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, segnala la difficoltà del reperimento di alcune figure di operai specializzati persino del 61,9% (fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati), del 57,3% (Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica e professioni simili) e del 47,5% (Meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili) in presenza di richieste da parte delle aziende di alcune decine di migliaia entro la fine dell’anno. Siamo alla conferma di quanto ha segnalato la Total per le assunzioni a Tempa Rossa e che richiede una maggiore attenzione delle istituzioni, delle imprese, della scuola e del sindacato”.
Lo sostiene il segretario regionale della Uil Carmine Vaccaro sottolineando che anche per i laureati la situazione non è migliore: le imprese incontrano maggiori difficoltà a reperire laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione (67,9%) e in ingegneria industriale (54,0%); difficili da reperire anche i laureati in chimica e farmacia (58,6%) nonché i laureati ad indirizzo scientifico, matematico e fisico. In crescita di 7 punti percentuali anche la difficoltà di reperimento nell’ambito delle funzioni legate alla logistica. Sono di difficile reperimento il 68,7% degli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali, il 42,2% degli ingegneri, il 63,1% dei tecnici in campo ingegneristico e il 61,8% dei tecnici informatici. sono di difficile reperimento il 68,7% degli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali, il 42,2% degli ingegneri, il 63,1% dei tecnici in campo ingegneristico e il 61,8% dei tecnici informatici.
“Tra le soluzioni – dice il segretario della Uil – è indispensabile ripensare l’intero sistema regionale della formazione che ha dato lavoro solo ai formatori e non ai formati riproponendo la questione dei tirocini, che sono tra gli strumenti più importanti per combattere il disallineamento. Bisogna aumentare le esperienze di tirocinio curriculari. Se sono sganciati da un percorso formativo, diventano contratti di inserimento. Occorre pensare a un’alternanza scuola-lavoro con tirocini più intensi, strutturati, duraturi. E poi, alla fine del percorso di studio-lavoro, puntare sull’apprendistato. Insomma – continua Vaccaro – è necessario poter disporre di canali solidi di accompagnamento dalla scuola al mercato del lavoro”.
Per il segretario della Uil “orientamento è la parola chiave: è fondamentale aiutare i ragazzi a fare la giusta scelta dopo le scuole superiori. E’ importante promuovere, l’integrazione tra formazione formale e formazione non formale, al fine di favorire nei giovani lo sviluppo di competenze trasversali – sia di tipo applicativo dei saperi, sia di tipo socio – relazionale – funzionali alla loro occupabilità, favorendo in essi la maturazione di scelte formative e professionali pienamente consapevoli.
Per questo i tirocini e i progetti di alternanza scuola–lavoro durante i percorsi di istruzione e formazione dovrebbero essere promossi e incentivati in ogni ordine di scuola”.