“I Consorzi di Bonifica, rinnovati nella governance, attraverso gli agricoltori che sono la prima risorsa umana di presidio del territorio, si candidano a diventare i protagonisti della nuova fase di sviluppo e di crescita sostenibile del Paese”. E’ quanto sostiene il vice presidente nazionale ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche ed Impianti Irrigui) Donato Distefano – che è anche direttore regionale della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori – partecipando a Venezia alla IX Conferenza nazionale organizzativa Anbi. “Quest’anno la Conferenza è coincisa con la Giornata mondiale dell’acqua che – ricorda Distefano – dal 1992, ogni 22 marzo, si celebra in tutto il mondo voluta dall’ONU per ricordare a tutti gli uomini e le donne, dai governanti ai semplici cittadini, quanto sia importante l’uso responsabile di una risorsa limitata ma vitale com’è l’acqua. Ogni anno viene scelto un tema specifico, e per il 2014 è “acqua ed energia”. Si tratta, infatti, di risorse strettamente connesse: la produzione e la trasmissione di energia richiedono l’uso di acqua; cioè vale in particolare per l’idroelettrico. D’altro canto, circo l’otto per cento dell’energia globale è utilizzato per pompare, trattare e trasportare l’acqua agli utilizzatori finali e specie in Basilicata – sottolinea il vice presidente nazionale Anbi – comporta spese altissime”.
Per tre giorni, oltre 350 rappresentanti delle bonifiche e stakeholder del comparto arrivati a Venezia da tutta Italia – riferisce Distefano – si confrontano approfonditamente su temi di grande attualità riguardanti l’ottimizzazione d’uso delle risorse idriche (dal loro risparmio alla produzione di mini e micro idroelettrico), le “best practises” per l’irrigazione (dal “progetto acqua virtuosa” al sistema Irriframe studiato dagli esperti), la salvaguardia idrogeologica (dai contratti di fiume ai Protocolli con le Amministrazioni Pubbliche), le opportunità della Politica Agricola Comune (dai partenariati ai Piani di Sviluppo Rurale).
“Ma – sottolinea ancora il dirigente Anbi – se non vi e’ stabilita’ del suolo non si realizzano investimenti per infrastrutture ed impianti, cosi’ come la produttivita’ della maggior parte dei terreni agricoli dipende dalla efficienza della rete di bonifica, senza ovviamente considerare l’incommensurabile valore delle vite umane. Di qui il 5^ Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, redatto dall’Associazione con la richiesta alle Amministrazioni territoriali di farlo proprio. Al Presidente del Consiglio, Renzi ed al Sottosegretario, Del Rio, chiediamo di sostenere un grande progetto nazionale per contrastare il rischio idrogeologico e di concedere la deroga del Patto di Stabilità per andare nella direzione delle risposte richieste dal territorio, dai Comuni. Tra le proposte presentate dall’Anbi – riferisce il vice presidente nazionale Distefano – un Patto Territoriale tra istituzioni, agricoltori, associazioni ambientaliste per realizzare un piano di manutenzione del territorio. Il piano proposto – spiega Distefano – contiene 2.519 interventi per una spesa complessiva di 5 miliardi 723 milioni di euro, di cui in Basilicata 27 interventi per 105 milioni 766 mila euro. L’Anbi e’ consapevole delle difficolta’ connesse alla difficile situazione economica attuale, ma e’ indispensabile individuare soluzioni idonee per il reperimento delle risorse anche attraverso una proiezione quindicennale dell’impegno di spesa, che potrebbe realizzarsi mediante mutui, secondo una soluzione gia’ adottata nel recente passato. La premessa da cui partiamo è che il sistema consortile di bonifica in Italia è un grande patrimonio di strutture e di professionalità, un pezzo di paese competitivo, produttivo, di eccellenza. Bisogna però adeguare i Consorzi a nuove attività riferite al riciclo dell’acqua, alla produzione di energie rinnovabili sino alla certificazione di qualità dei territori rurali. Il progetto dell’Anbi denominato “Irriframe” che – evidenzia – punta all’ammodernamento della rete irrigua del Paese, attraverso interventi strutturali e di innovazione tecnologica, garantirebbe un beneficio economico e sociale quantificabile in 1413 euro ad ettaro, pari ad un risparmio annuo nazionale fra i 10 ed i 17 miliardi di euro. L’agricoltura, attraverso i consorzi di bonifica, ha ridotto il fabbisogno idrico a meno del 50% di quanto necessario a livello nazionale; ciò, nonostante l’isolamento culturale nel quale l’hanno confinata luoghi comuni, quali il consumo e non l’uso rurale della risorsa idrica, dimenticando altresì il fondamentale beneficio ambientale apportato dall’irrigazione ed a cui l’Anbi si sta impegnando, grazie all’ausilio del mondo accademico, a dare un valore economico”.