Sette donne imprenditrici su dieci scelgono le attività del terziario: lo riferisce Terziario Donna Confcommercio. Le donne anche grazie alle proprie imprese – sottolinea la presidente Patrizia Di Dio – intervengono nei fatti della realtà che le circonda, esprimendo una cultura d’impresa che sa guardare lontano e che può fare da guida per comportamenti virtuosi sempre più attenti all’individuo e alla comunità, permeata delle specificità femminili di cura, visione dell’altro, ‘ricerca di senso’, coraggio, istinto ecologico, cultura, relazioni, solidarietà e il sistema di valori che portano con sé nel fare impresa. Da sempre la letteratura economica affronta il tema dell’innovazione di processo e di prodotto. Ma in questi ultimi tempi – ha rilevato Di Dio – c’è un tema che è tornato di attualità: la funzione umana recuperata non per quello per cui è stata sostituita dalle macchine, ma per l’aspetto relazionale, per il senso di comunità e per una comunità di senso. Un’evoluzione nella quale trovano il giusto spazio anche le parole del Pontefice che offrono una serie di spunti per cui il lavoro non è soltanto una vocazione della singola persona, ma è l’opportunità di ‘entrare in relazione con gli altri.
A Potenza e in provincia l’impresa resta “giovane” soprattutto grazie alle donne: è il commento di Incoronata Lucia, Terziario Donna-Confcommercio Potenza. Alla fine del 2016 le imprese under 35 della provincia di Potenza sono 3.772 contro le 3.642 della fine 2015 con un incremento del 3,6%. Tra i settori di attività dei giovani crescono servizi alle imprese, commercio e servizi, ristorazione, mentre si conferma la scelta di imprese individuali rispetto alle società di persone o di capitale. La parola d’ordine – aggiunge la dirigente di Confcommercio – è innovare: in cinque anni le imprese femminili legate al mondo digitale sono aumentate del 9,5% contro il +3% del totale. Buoni incrementi si registrano anche nel mondo delle startup innovative i progressi sono evidenti. Nel complesso, l’universo dell’impresa femminile riflette lo stesso processo di terziarizzazione in atto in tutto il sistema produttivo nazionale; da noi spiccano i valori della creatività e dell’impegno delle titolari di ditte individuali. L’imprenditoria femminile aiuta a ridefinire i modelli di gestione del business e sembra possa dare certezza che il futuro delle nostre imprese passi anche da una rinnovata cultura di impresa che, oltre a voler utilizzare gli strumenti digitali ormai a disposizione per allargare le potenzialità anche di una piccola impresa, metta al centro la relazione, l’individuo, la comunità, la qualità dei rapporti oltre che del prodotto e del servizio.Per Confcommercio, rispetto al passato c’è un cambio culturale importante da parte delle donne che sono più propense a dedicarsi al business. La spinta deriva inoltre dal fatto che con la crisi molte donne, che magari avevano un lavoro precario, lo hanno perso. Di qui la necessità di reinventarsi attraverso l’autoimpiego in attività che spaziano dal commercio ai servizi alle persone e alle imprese o legate alla sostenibilità, a Internet, ad attività fortemente innovative. Uno scenario positivo, dunque, anche se le aziende rosa restano ancora una minoranza e devono fronteggiare diversi ostacoli, in primis l’accesso al credito.
Mag 30