La buona notizia è che l’Italia è al primo posto in Europa per numero di imprenditrici e lavoratrici indipendenti, 1,61 milioni, quella decisamente cattiva è che è fanalino di coda nella classifica Ue per tasso di occupazione femminile: 53,4% contro la media del 66,1%. E spicca in Europa per un altro record negativo: il maggior numero di giovani donne tra 25-34 anni, 938mila, che non si offrono sul mercato del lavoro. E’ quanto emerge dal rapporto di Confartigianato presentato alla convention di oggi di Donne Impresa della confederazione, che mette in evidenza luci e ombre del lavoro femminile in Italia. Come si costruisce un futuro al femminile è il tema al centro della Convention. Tra il 2021 e il 2023 il tasso di occupazione delle donne è aumentato di 2,4 punti percentuali e sono cresciute del 4,8% le occupate indipendenti. Che si affermano anche nei campi più innovativi con un aumento, registrato dal 2018 al 2023, del 13,4% delle imprese nei settori digitali e un piccolo esercito di 28mila pioniere nell’intelligenza artificiale.
Ma le imprenditrici devono fare i conti con una serie di ostacoli: difficoltà di accesso al credito, un welfare che non le sostiene, la carenza di manodopera. Nel 2023 è stato di difficile reperimento il 46% del personale, pari a 266mila lavoratori, richiesto dalle micro e piccole imprese guidate da donne
“Le imprenditrici e in generale le donne italiane – sottolinea il presidente di Donne Impresa Confartigianato, Daniela Biolatto – soffrono la bassa spesa pubblica per sostenere famiglie e giovani: siamo al 22esimo posto in Europa con appena l’1,4% di risorse dedicate a questo obiettivo. In pratica, a fronte di 12 euro per sanità e pensioni destinati ad anziani, soltanto un euro va alle famiglie e ai giovani”. Secondo il rapporto di Confartigianato non va meglio sul fronte dell’impegno per ridurre le diseguaglianze di genere. Nel 2022 la spesa pubblica destinata a questo scopo, tra cui i fondi per l’imprenditorialità femminile, gli incentivi all’occupazione femminile e le misure di conciliazione vita-lavoro, è calata del 25,6% rispetto al 2021, pari a 1,4 miliardi in meno. Le speranze di recupero sono affidate all’aumento del 24,9% degli stanziamenti previsti per il triennio 2024-2026 e agli interventi del PNRR che però mostrano ritardi di attuazione, in particolare per quanto riguarda gli asili nido: soltanto il 14,1% dei progetti sono stati aggiudicati.
“Le imprenditrici di Confartigianato – sottolinea Rosa Gentile presidente di Matera e dirigente nazionale -hanno le idee chiare che si identificano in tre parole chiave: equità, generatività, sistema. Equità di genere, innanzitutto, impegnandosi ad eliminare le discriminazioni e a garantire a tutti le opportunità per realizzarsi nella vita e nel lavoro. Generatività è un altro aspetto cruciale per riconoscere alle donne il ruolo fondamentale nella creazione e trasmissione di competenze e cultura d’impresa, liberando così le loro capacità di creare valore economico e benessere sociale. Sistema significa favorire le interconnessioni necessarie al cambiamento della società nel suo complesso, con nuove soluzioni che tengano conto dei bisogni e delle prospettive delle donne. “Futuro al femminile” è quindi un appello a lavorare, tutti insieme, per costruire un futuro più equo, sostenibile e solidale, nel quale le donne sono protagoniste e contribuiscono attivamente alla costruzione di un contesto sociale ed economico più giusto ed inclusivo. In questo momento in cui la sostenibilità è tema prioritario per la nostra Confederazione, le nostre aziende – aggiunge Gentile – sono più che mai impegnate per realizzare concretamente ogni giorno, con il proprio lavoro, il binomio sviluppo sostenibile – imprenditorialità femminile. La crescita economica e sociale sono responsabilità di tutti e deve essere costruita riconoscendo il contributo delle donne e, in particolare, di coloro che fanno impresa. Sono convinta che dove ci sono molte imprese femminili ci sono più coesione sociale ed una società migliore”.