Il Distretto del cibo della Comunità del cibo e della biodiversità della Basilicata e quello Biovenezia sono due best practice presentate dall’Associazione Donne in Campo-Cia. Le Comunità e i Distretti del cibo sono un fattore strategico per lo sviluppo sociale ed economico dei territori, la permanenza delle famiglie agricole nelle aree interne, la tutela della biodiversità, la valorizzazione delle diete tradizionali ed il contrasto all’omologazione alimentare, come la promozione del cibo sintetico. “L’iniziativa ha sottolineato l’urgenza del pieno riconoscimento giuridico del valore economico, sociale, culturale dell’agricoltura familiare per la realizzazione dell’Agenda 2030 -ha dichiarato la presidente di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi- creando una connessione strategica tra l’UN Food System Summit e gli obiettivi del Decennio dell’agricoltura familiare 2019-2028 delle Nazioni Unite”.
“La cultura rurale, la biodiversità agroalimentare e il cibo sono tre patrimoni che costituiscono il valore della terra e di chi la lavora: un patrimonio materiale e immateriale inestimabile, del quale noi ci facciamo animatori e custodi”, ha sottolineato Concetta La Rocca, presidente Donne in Campo-Cia della Basilicata. Le imprenditrici – ha aggiunto – sono in particolare custodi della biodiversità mettendo al centro dello sviluppo post Covid agricoltura e territori, salvaguardia del cibo, la filiera agro-alimentare. E’ sempre più forte il legame tra ruralità, agricoltura, filiera agroalimentare, ruolo e centralità delle donne, biodiversità, tutela della terra, del suolo, delle foreste. Per questo, per sostenere e valorizzare il ruolo delle donne in agricoltura e nell’agroalimentare, sono necessari sostegni ed azioni per rafforzare e promuovere l’imprenditoria agricola femminile.
“L’agricoltura familiare è un attore importante dello sviluppo sostenibile, perché fornisce la maggior parte del cibo sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati, aiutando le economie rurali a crescere -ha dichiarato Marco Comagni, Lead Global Technical Specialist, Rural Institutions, IFAD-. Gli agricoltori familiari preservano e ripristinano la biodiversità e gli ecosistemi, tramandando le tradizioni e promuovendo l’equità sociale e il benessere delle comunità”
Sul ruolo dei distretti è intervenuto il presidente della Consulta dei Distretti del cibo, Angelo Barone: “Il cibo e l’agricoltura devono essere i riferimenti da cui partire per uno sviluppo veramente sostenibile per nutrire e salvaguardare il pianeta. In questa visione, i Distretti del cibo possono rappresentare un modello di governance dei sistemi locali del cibo”. ”
Nel quadro del Food System Summit, il Gruppo di Lavoro Sistemi e Politiche Locali del Cibo -ha commentato Giame Berti, MAECI- ha presentato il proprio contributo attraverso un Rapporto che indica come i sistemi e delle politiche locali del cibo possano contribuire alla trasformazione del sistema alimentare italiano, affermando la centralità del cibo, non solo come prodotto per il mercato ma come diritto fondamentale degli uomini”. Ha chiuso l’evento il presidente nazionale Cia, Cristiano Fini che ha focalizzato il suo intervento sul rapporto fra città e campagne: “Dobbiamo avvicinare i cittadini alle nostre aree realtà agricole, il concetto chiave dei sistemi locali alimentari è la costruzione di una nuova relazione città-campagna, in cui la campagna non è più vista e vissuta come un territorio marginale e fragile e assume, invece, un ruolo centrale in quanto produttrice di cibo salutare, ma anche fornitrice di servizi ecosistemici che vanno a influenzare direttamente la qualità della vita delle città”.