“Con 91mila ore di cig erogate in Basilicata solo nel mese di marzo ed un incremento del 15,5% rispetto a febbraio, l’edilizia si conferma tra i comparti produttivi a maggiore disagio sociale, come hanno sottolineato i lavoratori edili presenti a Roma alla manifestazione unitaria a sostegno del rifinanziamento della cig”. E’ quanto sottolinea la Feneal-Uil Basilicata evidenziando che sempre a marzo l’aumento di ore di cig in edilizia, complessivamente nel Paese ha superato quota 35%, con 2 milioni 900 mille ore erogate solo nelle regioni del Sud.
Se analizziamo i dati dei licenziamenti dal 2009 in poi – si legge nella nota del sindacato di categoria dei lavoratori edili aderenti alla Uil – si rileva che il grosso si è concentrato nelle piccole imprese. Ciò si spiega con la maggiore fragilità delle stesse e con il fatto che hanno ammortizzatori legati alla sospensione dal lavoro per ragioni di mercato. Molte di queste imprese inoltre sono edili e stanno vivendo una crisi particolarmente accentuata. In termini generali, si sta verificando una selezione di mercato in questo momento di difficoltà: sarebbe indispensabile per le imprese migliori lavorare sulle acquisizioni e sulle aggregazioni. Ma non dobbiamo dimenticare che dietro ci sono imprenditori che vedono il fallimento della propria impresa e lavoratori che assistono alla perdita della propria occupazione.
Per la Feneal ci sono in proposito esperienze da tenere in grande evidenza come quella che si sta realizzando in Trentino dove attraverso un confronto tra sindacati, Associazione artigiani, Ente bilaterale dell’artigianato (Ebat) e Agenzia del lavoro, si è raggiunto un accordo per attivare un ammortizzatore legato alla sospensione dei lavoratori per ragioni di mercato, che va oltre la cassa in deroga e oltre altri interventi di sospensione previsti dalle leggi nazionali. Verranno impiegate risorse private (dell’Ebat) integrate da risorse provinciali di Agenzia del lavoro. Analoga l’operazione condotta nell’edilizia, con i sindacati confederali che stanno chiedendo di attivare un intervento simile, legato però non alle sospensioni ma alla riqualificazione dei lavoratori licenziati, anche qui ricorrendo a risorse private della Cassa edile (ente bilaterale) integrabili con risorse regionali.
Il momento – evidenza la Feneal lucana – è di massima emergenza: ci sono persone che soffrono per la perdita del lavoro e tutti dobbiamo profondere il massimo sforzo. E poiché la Cassa integrazione resta sempre uno dei più spietati e veritieri indicatori della cris, il timore, sempre più fondato, è che questo territorio muoia aspettando il lavoro che non c’è. Di qui la necessità di sostenere contemporaneamente misure anticrisi e un adeguato finanziamento degli ammortizzatori sociali.
Apr 17