“L’indicazione che viene dal Rapporto Censis per guardare anche in Italia all’economia della trasformazione urbana e territoriale, con i suoi diversi segmenti (grandi opere, rigenerazione urbana, edilizia residenziale, immobiliare, recupero del patrimonio storico-artistico) non più come un settore tradizionale in crisi di fatturato e occupazione, ma come un ambito in cui il ripensamento dei modelli può creare enormi opportunità, conferma la proposta lanciata dalla Feneal-Uil perché l’edilizia innovativa diventi una leva per la ripresa e per nuova occupazione”. A sostenerlo è il segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma per il quale “il Rapporto Censis da una parte fotografa la crisi del comparto – dal 2007 al 2012 le compravendite di abitazioni sono diminuite del 45%, nel 2013 il calo potrebbe arrivare al 50%; il comparto in affitto riguarda oggi il 14,9% delle famiglie; i nuclei giovani sono il 23,8% degli inquilini – dall’altra testimonia che la green economy rappresenta una magnifica opportunità. Se infatti le rinnovabili elettriche vedranno un periodo di assestamento, con un’attenzione volta all’ottimizzazione del funzionamento degli impianti esistenti e con l’esplorazione di nuovi mercati come quello dell’accumulo, diverso è il discorso sul versante delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica, comparti dove si concentreranno investimenti in crescita rispetto al passato. Un potente driver verrà dall’avvio di politiche nazionali più incisive, legate all’applicazione della Direttiva sull’efficienza energetica 2012/27/UE. Dovranno essere rafforzati gli strumenti di incentivazione esistenti e sarà necessario uno sforzo di creatività per metterne a punto dei nuovi. Pensiamo alla riqualificazione energetica dell’edilizia, un settore nel quale nell’ultimo decennio si sono ottenuti risultati significativi.
Secondo uno studio di settore presentato dal CRESME alla VIII Commissione Ambiente della Camera – riferisce Palma – gli incentivi fiscali per ristrutturazioni ed efficienza energetica in edilizia, a fine 2013, avranno prodotto investimenti per 19 miliardi di euro, qualificando il sistema imprenditoriale del settore, riducendo i consumi energetici, l’inquinamento e le bollette delle famiglie e garantendo 189.088 posti di lavoro diretti e 283.638 occupati considerando anche l’indotto. Una cifra superiore a un punto percentuale di Pil, che rappresenta una boccata di ossigeno per un settore importante come l’edilizia, che dall’inizio della crisi ha perso oltre 500 mila addetti considerando l’indotto e ha visto chiudere 12 mila imprese”.
Nel sottolineare che “in Basilicata quasi la metà delle case sono state adeguate alle norme antisismiche, mentre manca del tutto l’adeguamento energetico anche negli edifici pubblici”, il segretario Feneal afferma che “serve solo pragmatismo, per affrontare la profonda crisi del settore dell’edilizia: il numero delle concessioni si è ridotto di un quarto, il 23 per cento degli ingegneri e degli architetti è disoccupato. La qualificazione energetica è pertanto una grande opportunità per il settore, cominciando dagli edifici pubblici come è avvenuto in altre nazioni. Tutte le abitazioni costruite negli anni sessanta, quando le tecnologie green non erano neppure lontanamente percepibili, hanno una dispersione termica non più tollerabile, alla luce di fonti sempre più scarse e costose, oltre che inquinanti. Intonaci, vecchi, serramenti malfunzionanti, tetti che non isolano.
Nel nostro futuro dobbiamo pensare più che alla costruzione di nuovi appartamenti a demo-costruzioni e soprattutto ristrutturazioni. Il risparmio energetico offre una grande opportunità, a patto di una stabilità normativa tanto più che il 30 per cento del risparmio sarebbe fattibile già oggi. Si tratta di scommettere sul risanamento nel quale si concentrano le speranze di uscita dalla crisi. I nuovi fondi strutturali UE 2014-2020 saranno uno straordinario impulso o l’ennesima occasione persa”.