Un’Europa che rafforzi il sistema delle imprese, il ricambio generazionale, l’aggregazione e le filiere agroalimentari, incentivando produzione e produttività e tutela ambientale, facendo leva sulla ricerca e sull’innovazione: è questo l’indirizzo che dovrebbe improntare le scelte politiche del nuovo Parlamento europeo per contribuire a dare maggiore stabilità finanziaria al comparto agroalimentare. Lo hanno sostenuto, in un documento di proposte e richieste per l’Europa, le organizzazioni Cia-Confederazkione Italiana Agricoltori, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari riunite in Agrinsieme.
Le risposte che ci attendiamo dall’Europa in tema di agricoltura dovranno riuscire a garantire una linea strategica, coerente e reimpostata nell’approccio. Ricordiamo che l’agricoltura da sola assorbe circa il 40% del budget comunitario e rappresenta una delle poche, vere, politiche completamente decise a livello europeo.
Meno burocrazia e più internazionalizzazione: questa la strada da percorrere per una politica agricola che sappia realmente porre al centro le imprese. Per ridurre i carichi burocratici -ha spiegato Agrinsieme- proponiamo di valorizzare i principi dell’autocontrollo e della proporzionalità degli adempimenti alle reali caratteristiche delle imprese e di evitare il più possibile sovrapposizioni e ripetizioni di interventi, anche con l’ausilio della tecnologia.
In materia di internazionalizzazione, le proposte contenute nel documento che Agrinsieme ha consegnato ai principali partiti politici sono quella di stimolare la promozione dei prodotti e gli investimenti diretti all’estero, consolidando il sistema produttivo agricolo; anche la politica commerciale dovrà agire in maniera funzionale a questo obiettivo, realizzando accordi commerciali di mutuo vantaggio basati sulla reciprocità, senza al tempo stesso rinunciare -quando occorre- a una logica difensiva che eviti contraccolpi negativi per i comparti produttivi strategici. Aspetti che ad un anno da Expo 2015, che vede l’attenzione del mondo concentrata sull’agricoltura, assumono fondamentale rilevanza.
Capitolo fondamentale è poi quello dei fondi comunitari a disposizione. La posizione sostenuta e ribadita da Agrinsieme è nota: la programmazione comunitaria deve privilegiare le realtà produttive del settore finanziando misure e iniziative progettuali rivolte alla competitività e al mercato.
Mantiene infine la sua centralità l’obiettivo di recuperare agli agricoltori posizioni nella catena del valore dell’agroalimentare tramite misure che riducano i costi, aggreghino le produzioni, migliorino le condizioni di offerta ed il posizionamento degli imprenditori agricoli sul mercato anche accrescendo la trasparenza nei confronti del consumatore.
Alle forze politiche – è l’appello-manifesto – chiediamo appuntamento tra un anno, per fare insieme ‘il punto sull’Europa’ e sugli obiettivi che oggi condividiamo.