Emergenza cinghiali, Giordano (Ugl): “Dalle campagne ai paesi, oltre a distruggere i raccolti agricoli, mettono a rischio la sicurezza dei cittadini”. Di seguito la nota integrale.
“Il disgusto è il sentimento che si prova di fronte alla distruzione di intere coltivazioni ad opera dei cinghiali che imperversano e il rammarico aumenta perché gli appelli ormai disperati ottengono scarsi risultati. Di questo passo non saranno gli ungulati ad essere abbattuti, ma gli agricoltori costretti ad arrendersi ed abbandonare i campi ai quali hanno dedicato una vita”.
Alcuni agricoltori e semplici cittadini materani ritrovandosi spontaneamente, hanno inteso incontrare il segretario provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano in Piazza Heraclea nelle vicinanze dell’Unita Agricola di zona del Dipartimento Agricoltura e Sviluppo Rurale della Regione Basilicata a Policoro per manifestare all’esponente Ugl, gli attacchi dei cinghiali, che distruggono le coltivazioni, e mettono a rischio la sicurezza del territorio, rappresentando sempre più un pericolo per tutta la collettività: inoltre i titolari di aziende agricole, stanno provvedendo ad effettuare licenziamenti in massa del loro personale per mancanza di prodotto.
Per Giordano, “le incursioni di cinghiali nei campi coltivati nelle aziende agricole stanno avendo una recrudescenza senza precedenti. È necessario avviare azioni di contenimento e, in particolare, serve con estrema urgenza un piano d’intervento straordinario che attui con chiarezza il ridimensionamento del numero degli ungulati. Se pur le azioni possibili a norma nazionale vigente sono state rese operative dal Dipartimento Agricoltura, che ha la delega in materia dal 2015 ed è applicabile l’art. 4 comma 2 del Disciplinare per la caccia di selezione al cinghiale, inoltre i nostri agricoltori, come normato nel disciplinare per l’attuazione del piano di controllo della specie cinghiale, possono fare richiesta di chiusini, cioè essere autorizzati dalla Regione Basilicata all’istallazione di gabbie e/o chiusini con esche alimentari per la cattura, nei fondi di loro proprietà, avvisando gli organi preposti al controllo competenti perché si possa poi procedere con l’abbattimento: ma per l’Ugl e i cittadini incontrati oggi, sembrerebbe che il tutto non funzioni per l’elevato numero di bestie circolanti nel territorio. Tante le cose riferitemi dai cittadini – prosegue Giordano -: ‘stop all’assedio delle campagne metapontine’, ‘produciamo per i cittadini, per le industrie, non per gli animali selvatici’, ‘i cinghiali uccidono l’agricoltura’ ‘meno burocrazia, meno danni’. Agricoltori – spiega il sindacalista – che hanno lamentato criticità che si protraggono da troppo tempo, ma che sono decisi a restare sul proprio territorio e garantire lo sviluppo agricolo, arrestando lo spopolamento e continuando a produrre cibi di eccellenza che fanno dell’agricoltura jonica/metapontina un volano dell’economia regionale. L’invasione degli ungulati – sottolinea – provoca in Basilicata milioni di euro di danni all’anno, senza contare quelli indiretti e non denunciati. Si tratta, tra l’altro, di una problematica di tutta la collettività, come dimostrano anche i numerosi incidenti stradali a discapito della sicurezza dei cittadini. Per l’Ugl è fondamentale che le Istituzioni dimostrino di comprendere davvero la gravità della situazione con la volontà di utilizzare tutti i possibili strumenti d’intervento, superando ogni complicazione di ordine burocratico. L’agricoltura non può continuare a subire danni; l’obiettivo dell’attività agricola, infatti, è quello di fare impresa producendo per i cittadini e non per gli animali selvatici. L’indennizzo dei danni – ha precisato Giordano – non è una misura risolutiva; occorre gestire il fenomeno per controllarlo e mettere in sicurezza il lavoro delle imprese che, diversamente, sono destinate a chiudere e licenziare definitivamente il loro personale. Pertanto – conclude il segretario Ugl – invitiamo gli amministratori della provincia di Matera a fare rete tra loro, a parlarsi tra loro per il bene del territorio e dei loro concittadini ed emettere ordinanze sindacali, disponendo la possibilità di catturare o abbattere i cinghiali selvatici allo stato brado motivandola come misura a tutela della pubblica e privata incolumità se pur una sentenza della Corte Costituzionale (n. 139 del 23/05/2017) ribadisce che l’abbattimento dei cinghiali in azioni di controllo selettivo è appannaggio della Polizia Provinciale: con una scelta coraggiosa e necessaria, si tuteli il territorio salvaguardando cittadini, aziende e migliaia di posti di lavoro. E’ emergenza, l’avvistamento dei branchi, provoca soprattutto giustificato panico tra la gente oltre a divenire potenziali portatori di specifiche malattie infettive”.