A seguito dell’emergenza Coronavirus che interessa con la seconda ondata anche la Basilicata i segretari provinciali di Cgil, Cisl, Uil Eustachio Nicoletti, Giuseppe Amatulli e Bruno Di Cuia hanno inviato una lettera a Regione Basilicata, Asm, Prefettura di Matera, Provincia di Matera e Anci Basilicata per denunciare la situazione critica presente nell’ospedale di Matera e per intervenire con urgenza al fine di rispondere all’emergenza che si è venuta a creare.
Cgil, Cisl, Uil di Matera esprimono grande preoccupazione per la grave e pericolosa tendenza di incremento che caratterizza la diffusione del contagio da Covid-19 nel territorio di Matera e denunciano il rischio che i servizi sanitari della ASM di Matera – già in affanno prima dell’insorgere dell’emergenza – collassino e non riescano a far fronte all’aumento di richieste di assistenza sanitaria.
Tanto è comprovato dal trend dei contagi riscontrati negli ultimi giorni, caratterizzato da numeri che non si erano registrati neanche nel periodo del lock down di primavera e che si presentato in una situazione che vede la condizione precaria della sanità materana non modificata in questi mesi passati.
Gravi sono le responsabilità dell’Assessorato alla Sanità e di tutto il Governo regionale che, dall’insediamento avvenuto ormai due anni fa, hanno cincischiato e perso tempo in discussioni sterili e inconcludenti senza mai addivenire a soluzioni concrete per recuperare il depotenziamento dell’ASM di Matera, azienda mista con al suo interno gli Ospedali per Acuti, gli Ospedali Distrettuali e i Distretti Sanitari; in particolare non c’è stato nessun intervento significativo per risolvere le evidenti e macroscopiche criticità dell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera e dell’Ospedale di Policoro.
Si è trattata di una grave sottovalutazione nonostante già prima dell’insorgere della pandemia non passava giorno che non si verificassero eventi che evidenziassero le enormi criticità e difficoltà nell’erogazione dei servizi dell’Azienda Sanitaria Locale di Matera anche per la cronica carenza di personale. Se consideriamo i dati al 31.12.2019, rispetto alla dotazione organica di personale dipendente, vi era una carenza di 483 unità su 2662, pari a circa il 18%; se poi scendiamo più nel dettaglio, vi era una carenza di personale non dirigente pari a 359 unità su 2004 e, per la dirigenza, di 124 su 658. La situazione è peraltro peggiorata nel 2020 perché, nonostante le nuove assunzioni, non è stata colmata la carenza storica di personale e le ulteriori cessazioni dal servizio e si sono aggiunte le nuove criticità legate all’emergenza pandemica in corso e non vi è stata la costruzione di un modello di erogazione dei servizi in grado di valorizzare ed integrare Ospedali e Territorio ed attività sanitarie e sociosanitarie, che forse avrebbe consentito un utilizzo migliore delle risorse umane.
Neanche la pandemia sembra essere riuscita a determinare l’utilizzo dell’unica Azienda Sanitaria mista del Sistema Sanitario Regionale, quella di Matera, per costruire un sistema capace di integrare la rete ospedaliera con la rete dei servizi territoriali, rafforzando la missione assistenziale affidata agli ospedali, al fine di rendere possibile a ciascuna componente del Servizio Sanitario lo svolgimento del proprio specifico ruolo di presa in carico delle persone, assicurando, al contempo, i dovuti livelli di qualità degli interventi, l’appropriatezza ed i LEA.
Con la grave recrudescenza della pandemia – dovuto principalmente a contagi interni ai nuclei familiari – il mancato potenziamento della sanità territoriale sta esponendo il sistema ospedaliero ed in particolare l’Ospedale Madonna delle Grazie a una pressione numericamente insostenibile.
Per rispondere all’aumento esponenziale di richiesta di assistenza ospedaliera, anche gli interventi posti in essere in questi giorni rischiano di risultare incoerenti e fonte di ulteriori criticità insostenibili; per esempio, l’aumento dei posti letti Covid–19 non è sostenibile se non si aumenta il personale in servizio nelle terapie intensive e sub-intesive, in pneumologia e nel reparto malattie infettive, tutti reparti dove il personale attualmente in servizio risulta già sottostimato numericamente e sovrautilizzato temporalmente e stressato dai ritmi intensi e, quindi, a rischio di burn-out, oltre che esposto a enormi rischi di contagio.
Pertanto, le sottofirmatarie organizzazioni sindacali chiedono all’Assessore Regionale alla Sanità e a tutto il Governo regionale di prendere atto della gravità della situazione e di intervenire per:
1. incrementare il numero dei posti letto di terapia intensiva e la dotazione di respiratori;
2. riconvertire i reparti ospedalieri, dotandoli delle tecnologie adeguate;
3. reperire con urgenza ulteriore personale sanitario con idonea professionalità;
4. incrementare gli interventi per supportare i servizi territoriali attraverso:
• l’aumento dei team dedicati di interfaccia con la medicina di base per seguire i pazienti contagiati nelle loro case e nei centri di assistenza nelle strutture residenziali per anziani (in particolare per le Case di Riposo, Residenze Protette, Case protette);
• intensificazione dell’integrazione dei servizi sociosanitari e di sicurezza igienica nei centri di accoglienza.