Il Segretario Generale Cgil Matera, Eustachio Nicoletti, la Segretaria Generale Fp Cgil, Giulia Adduce e il Segretario Generale Spi Cgil – Angelo Vaccaro hanno inviato una lettera alle autorità competenti per accelerare la messa in sicurezza delle case di riposo in questa fase di emergenza sanitaria provocata dal Coronavirus e mettere in campo una tempestiva azione di prevenzione incentrata sulla massimo collaborazione e massimo coordinamento di tutti i livelli di responsabilità chiamati in causa.
Di seguito la nota integrale.
Al Presidente della Regione Basilicata
All’Assessore Regionale alla Sanità
Al Direttore Generale dell’ASM
Alla Prefettura di Matera
Al Presidente della Provincia di Matera
Al Presidente dell’ANCI Basilicata
Ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Matera
Alle Direzioni delle Case di Riposo
La Cgil di Matera, unitamente alle federazioni SPI Cgil e FP Cgil ritengono che la nuova frontiera della guerra al COVID-19 non deve fermarsi davanti ai muri perimetrali delle Case di riposo per persone anziane. Questo non significa sollevare indistinti polveroni o incauti allarmismi. All’opposto, significa accendere un faro su un delicatissimo problema finora relegato nel limbo dell’indifferenza dei tanti e dell’inerzia del decisore pubblico regionale e delle direzioni generali delle Aziende sanitarie.
Vita in comune, un continuo via vai di operatori sociosanitari e non, ospiti che mediamente superano gli ottant’anni, con pluripatologie e spesso non autosufficienti: sembra ovvio a tutti che siamo di fronte al luogo ottimale per l’accensione e lo sviluppo repentino di focolai di contagio. E quando ciò’ accade è già’ troppo tardi per intervenire. Infatti, non mettere in sicurezza, per tempo, le Case di riposo per persone anziane – come è reso ampiamente evidente dai tanti drammi che si sono consumati in piu’ parti del Paese – significa correre il rischio che l’ingresso del virus le trasformi in luoghi di sofferenza e di morte.
Inoltre, il mancato riordino del Sistema sanitario e sociosanitario da parte della Regione e l’assenza di qualsivoglia regolamentazione sull’accreditamento, hanno fatto si che queste strutture, pur svolgendo una rilevante funzione sociale spesso indistinguibile dalle stesse attività’ sociosanitarie, non abbiano alcuna afferenza col Welfare pubblico, nel mentre non si e’ ancora dato luogo alla costruzione di una adeguata rete territoriale di servizi sociosanitari e socio assistenziali.
Di conseguenza, non vigono – anche nello stato di emergenza in cui siamo – gli stessi obblighi di adottare le misure di sicurezza che invece sono previste per gli operatori e i pazienti delle strutture sanitarie e sociosanitarie.
Non si effettuano i tamponi – se non per le due Case di riposo di Tricarico sotto l’incalzare della “pressione” suscitata dal focolaio d’infezione sviluppatosi nel polo riabilitativo del Don Gnocchi – e, per quanto possibile dedurre dalle stesse dichiarazioni del Presidente dell’Associazione delle strutture socio assistenziali della Basilicata, operatori e ospiti non dispongono di adeguati dispositivi di protezione individuali. Non e’ dato nemmeno sapere se ogni struttura abbia attrezzato delle “stanze protette” dove trasferire gli ospiti al primo manifestarsi di sintomi sospetti di contagio.
D’altra parte, manca a tutt’oggi qualsiasi chiara indicazione dell’Assessorato regionale Sanità’ e Politiche Sociali su “cosa” fare e “come” intervenire nell’infausta eventualità’ di sviluppo del contagio in una Casa di riposo.
Nel quadro di una rinnovata ed efficace strategia regionale di contrasto e contenimento alla pandemia da COVID-19 – capace di allargare l’orizzonte anche oltre l’immediatezza del presente – necessita, dunque, priorizzare la “messa in sicurezza ” delle Case di riposo per persone anziane e mettere in campo una tempestiva azione, in un’ottica di prevenzione, incentrata sul massimo coordinamento e collaborazione di tutti i livelli di responsabilità’ chiamati in causa, nessuna esclusa.
Chiediamo un’assunzione di responsabilità, da declinare in azioni conseguenti, da parte dei Soggetti Gestori delle Strutture Residenziali per anziani e da parte di tutte le Istituzioni interessate.
Chiediamo ai Soggetti Gestori di mettere a disposizione delle Istituzioni territoriali e delle Aziende sanitarie tutte le informazioni utili a definire un quadro dettagliato della situazione in essere struttura per struttura, con riferimento a: 1)stato di attuazione delle misure di prevenzione e sicurezza previste dal Protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della Sanità, dei Servizi Socio Sanitari e Socio Assistenziali in ordine all’emergenza sanitaria <<Covid-19>> sottoscritto da CGIL CISL UIL e Ministero della Salute; 2)adeguatezza logistica e funzionale delle strutture (ad es. disponibilità’ di stanze attrezzate per l’eventuale isolamento di casi sospetti); 3)dotazione di dispositivi tecnologici per assicurare i contatti degli ospiti con i propri familiari per via telematica e video chiamate per attenuare il senso di isolamento e abbandono.
Chiediamo che la Regione e le Aziende sanitarie territoriali, in presenza di carenza di DPI, si adoperino – anche per il tramite delle unità di crisi della Protezione civile – per fornire i DPI a tutto personale presente nelle strutture residenziali per anziani, compreso quello dei servizi esternalizzati.
Deve inoltre essere definito e attuato un crono-programma di test diagnostici cui sottoporre tutti gli operatori e tutti gli ospiti, come si è iniziato a fare con le Case di riposo “Serena” e “Sant’Antonio” di Tricarico. Pure irrinviabile è la definizione di una Direttiva regionale e eventuali Protocolli sanitari volti a disciplinare univocamente e nei dettagli tutte le criticità operative e le situazioni problematiche determinate dall’attuale situazione emergenziale.
Chiediamo che i Sindaci – d’intesa con l’ASM, la Prefettura e i Soggetti gestori delle strutture – costituiscano tavoli tecnici per predisporre Piani di emergenza, per la effettuazione tempestiva e coordinata di interventi nei casi eventuali di sviluppo di catene di contagio tesi a circoscriverne la portata, mettere in sicurezza ospiti e operatori e assicurare cure e assistenza continua a coloro che risultano positivi al COVID-19 ma non necessitano di ricovero ospedaliero, individuando e rendendo disponibili a tal fine apposite strutture, anche alberghiere, che possono fungere da hub di accoglienza.
Riteniamo che per affrontare i complessi nodi critici che ci sono innanzi non servono le fughe in avanti, tanto meno le “rassicurazioni per vie brevi ” anche quando queste vengono dispensate da chi svolge una funzione di governo regionale.
Soprattutto occorre rompere ogni ulteriore indugio. E’ il tempo del fare e dell’assunzione delle responsabilità