In questa grave fase di emergenza idrica l’anomalia maggiore, evidenziata a più riprese dalla Uiltec Basilicata nel corso del passaggio di consegne dall’Eipli ad Acque del Sud spa, si riscontra nell’assoluta mancanza di un Piano Industriale. Ad affermarlo è il segretario regionale Uiltec Giuseppe Martino.
La Uiltec – nell’evidenziare la mancanza di rispetto dei vertici di Acque del Sud spa in fase di contrattazione – non ha firmato l’accordo politico che ha permesso il trasferimento delle risorse umane alla nuova società.
Già il Governo nazionale ha deciso la marginalità decisionale della Basilicata, ma è particolarmente grave la mancanza di un confronto serrato con il governo regionale. Come è motivo di discussione il doppio ruolo ricoperto dall’attuale presidente Decollanz che, come un Giano Bifronte ha un piede in Eipli e un piede in Acque del Sud. La Uiltec – continua Martino – aveva portato tutte le sue rimostranze sul tavolo politico a Bari e in quell’occasione si rifiutò di firmare un accordo capestro, perché non chiaro, assolutamente aleatorio, senza alcuna prospettiva. Non siamo abituati al mercato delle vacche e, con sempre maggiore forza, evidenziamo quanto sarebbe stata importante una società strutturata e in salute come Acque del Sud spa in un periodo in cui la siccità strangola le comunità lucane.
Oggi, dopo sei mesi dal trasferimento delle competenze e dopo innumerevoli incontri, si è riusciti a trovare uno stentato accordo per il personale sui buoni pasto, quantificabile nei 4,50 euro faticosamente elargiti. Manca ancora un confronto reale sul mansionario e i dipendenti sono lasciati in balia degli eventi, senza avere una rotta precisa, un obiettivo, una ragione di vita lavorativa.
L’istituzione dell’Eipli, avvenuta nel lontano 1947 – ricorda la Uiltec -, aveva come fine principale il soddisfacimento delle basilari esigenze del mondo agricolo e dell’intera popolazione meridionale. L’Eipli aveva lo scopo di raggiungere alcuni fondamentali obiettivi sociali, culturali ed economici grazie alla capillare disponibilità della risorsa idrica, come la completa attuazione della riforma fondiaria, il forte impulso all’agricoltura, una urbanizzazione dignitosa dei nostri paesi e delle nostre città, un abbrivio deciso per lo sviluppo di una politica industriale compiuta. Tutte premesse per una rivoluzione copernicana del Mezzogiorno.
Concluso il processo di costruzione delle grandi opere idrauliche, l’Eipli ha assolto principalmente ai compiti di gestione, esercizio e manutenzione degli impianti e degli invasi, agendo da fornitore all’ingrosso di acqua non trattata per usi potabili agli acquedotti Pugliese e Lucano, e al Consorzio Jonico Cosentino in Calabria; per usi irrigui, ai Consorzi di Bonifica di Basilicata, Campania e Puglia; per utilizzo industriale all’ex Ilva di Taranto e ad altri utenti minori.
Fra le varie, impegnative e imprescindibili funzioni, l’Eipli si è cimentata nella manutenzione delle diverse strutture di competenza: centri di telecontrollo, dighe, condotte, traverse, gronde, torri di regolazione, torri di piezometrica, scarichi, sfiati, gallerie, sollevamenti. L’organizzazione del lavoro ha richiesto, fra l’altro, l’impiego di numerose figure professionali. Una carente manutenzione dovuta alla spasmodica successione dei commissari e alla conseguente immobilità produttiva che, da ordinaria – negli anni – si è tramutata in straordinaria, ha impedito – di fatto – ai dipendenti di svolgere le attività di propria competenza in totale sicurezza, e al tempo stesso le infrastrutture hanno perso lentamente l’originaria efficienza. Solo oggi, con la crisi idrica che attanaglia 29 comuni compreso il capoluogo di regione, con la diga della Camastra a secco, ci si sveglia dal torpore. Gli invasi, durante la stagione invernale, potevano essere manutenuti per consentire una capacità captiva sufficiente in grado di sopperire all’odierna crisi. Ma la lungimiranza non è mai stata una caratteristica di chi ha governato i processi di approvvigionamento e distribuzione dell’acqua: si è pensato più a campare alla giornata, senza neanche prendere in considerazione la tematica del cambiamento climatico e gli effetti che si sarebbero potuti riversare sulle nostre infrastrutture idriche.
L’Eipli, benché sia stato commissariato già dal 1979 e successivamente posto in liquidazione con decreto-legge numero 201 del 06/12/2011, dal 1° gennaio 2024 è stato sostituito dalla neonata società ‘Acque del Sud spa’, il cui capitale sociale iniziale è stato stabilito in cinque milioni di euro.
Le azioni sono attribuite al Ministero dell’Economia e delle Finanze, che può trasferirle nel limite del 5% a soggetti pubblici e nel limite del 30% a soggetti privati individuati come soci operativi (secondo le disposizioni dell’art.17 del Testo Unico in materia di Società a partecipazione pubblica, di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n.175, tenuto conto del piano industriale della società).
Per la Uiltec bisogna avviare una svolta nella governance degli enti che si occupano della gestione dell’acqua cogliendo la “lezione” dell’emergenza idrica.