Senza “rubare” il mestiere ai sindacati che pare finalmente vogliano svolgere un’azione più pressante nel Sauro nei confronti della Total per il pieno rispetto dei contratti di lavoro da parte della “ragnatela del subappalto” e per le assunzioni a favore dei lucani, se non ci saranno elementi positivi chiameremo autonomamente alla mobilitazione popolare lavoratori e comunità del Sauro come del resto è già accaduto con le proteste spontanee dell’estate scorsa. Lo ha detto il portavoce del Csail Filippo Massaro in un incontro a Corleto con i cittadini.
La propaganda della Total secondo cui il personale occupato dalle imprese appaltatrici e da quelle subappaltatrici per la preparazione del sito, sia nella costruzione del centro olio sia nella realizzazione del centro GPL, nonché nella costruzione delle condotte e l’escavazione dei pozzi, è lucano per l’84%- continua – non ci convince perché come hanno dichiarato i maggiori dirigenti sindacali a Tempa Rossa la reale presenza massiccia è fatta di extracomunitari e comunque di stranieri e di non lucani. Le anomalie denunciate proprio in questi giorni da Cgil, Cisl, Uil – afferma Massaro – riguardano, detto con parole che non appartengono al linguaggio sindacalese, buste paga solo formalmente legali, in molti casi con doppio rapporto di lavoro e salario unico e con condizioni di lavoro e salario effettivo da Terzo Mondo. Una situazione che richiede un’immediata vigilanza degli organi dell’Ispettorato del Lavoro. Né può valere l’alibi per la Total che nei subappalti non ha responsabilità dirette.
Il fatto è che da settimane le aziende di Tempa Rossa attuano una vera e propria “sostituzione” di molti operai, tramite agenzie interinali, con altri provenienti dall’Est Europa, in particolare dalla Polonia e dalla Romania. E’ evidente che la scelta è dovuta esclusivamente al fatto che gli operai dell’est, come gli egiziani e nord africani anch’essi numerosi, vengano retribuiti con salari più bassi, senza che la Total né smentisca né confermi.
Sull’impiego di manodopera estera che “scavalca” quella locale e lucana in generale per i lavori del Centro Olio Total a Corleto è da tempo che il Csail propone di affidare ai Centri per l’Impiego specie quelli comprensoriali con sede a Villa d’Agri e Laurenzana, rafforzati di organici e mezzi, ogni compito di assunzione a tempo determinato e indeterminato per la Total come per ogni impresa appaltatrice e subappaltatrice. Nel Sauro si ripete la stessa situazione che abbiamo registrato e contestato, con ogni mezzo, in Val d’Agri con l’arrivo di operai siciliani ma anche di Paesi dell’Est Europa ed extracomunitari. Il Csail – dice ancora Massaro – si sottrae al “teatrino” della protesta verbale che vede sindacati, amministratori locali e magari regionali prendere posizione salvo poi a non far nulla di concreto per scongiurare la discriminazione e la penalizzazione della manodopera locale. Perché di questo si tratta: nessuno pensa di introdurre barriere a lavoratori stranieri o magari extracomunitari ma è intollerabile che i lucani siano messi da parte, nonostante qualifiche professionali e specializzazioni ed esperienze specifiche. Tra l’altro con un doppio danno economico perché i lavoratori e i giovani sono stati formati con corsi pagati dalla Regione (con fondi Fse). Il Csail pertanto lancerà una campagna di mobilitazione con lo slogan “petrolio: da danno a lavoro”.