La Confapi Matera ha incontrato gli operatori economici del Metapontino preoccupati che l’erosione della costa jonica e le mareggiate invernali, devastando il litorale e danneggiando i lidi balneari, possano compromettere una nuova stagione turistica.
La preoccupazione degli operatori economici diventa tanto più incidente sul piano economico complessivo quanto più si colloca in un quadro di precarietà imprenditoriale legata alle condizioni di crisi. Risulta evidente che non correre ai ripari per tempo significherebbe infliggere il colpo di grazia a un settore già duramente colpito.
“Nell’ambito di una corretta gestione territoriale, soprattutto se si considerano la crescente aridità del clima e gli scenari di cambiamento climatico globale, il tema della difesa del suolo dai fenomeni di erosione e di degrado deve essere al centro dell’agenda politica regionale. I recenti gravi fatti di cronaca nazionale e locale – ha sottolineato il presidente di Confapi Matera, Enzo Acito – hanno riportato all’attenzione sociale il problema dell’erosione del suolo. Una questione troppo spesso sottovalutata che nel caso della costa jonica genera una situazione di grave dissesto idrogeologico e di crisi nel settore turistico. Per evitare che nuove ulteriori emergenze devastino l’intera area occorre definire oggi gli interventi corretti e le opere per la difesa del suolo da realizzare nell’immediato.”
Proprio perché il turismo è riconosciuto come un obiettivo strategico fondamentale, in quanto volano dello sviluppo economico regionale, e il balneare costituisce la componente di gran lunga più importante, non bisogna aspettare ma agire prima che sia troppo tardi.
è un tema scottante. vogliamo buttare altri soldi dal balcone per dare un pò di lavoro costruendo altre inutili barriere soffolte facciamolo, il lavoro manca. Possiamo ripristinare la linea di costa abbattendo i pennelli dei porti ed è qualcosa che darebbe un respiro reale ma questo significa aumentare i costi di manutenzione per i privati proprietari dei porti. Significa dragare i bacini quasi quotidianamente mentre oggi , credo , che il dragaggio molto minore sia a carico della collettività con le cosiddette operazioni di ripascimento. E’ un dettaglio, non troppo piccolo, sul quale la Corte dei Conti dovrebbe indagare