“Il dato della Camera di Commercio sulla nuove assunzioni nel mese di aprile in Basilicata confermano le nostre preoccupazioni sulla qualità del lavoro nella nostra regione. Su circa 3.000 nuove assunzioni, infatti, solo il 22% è stabile, mentre nel 78% saranno a termine”. Lo afferma il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito.
“Una situazione – prosegue Esposito – che caratterizza tutto il Paese, con conseguenze più drammatiche in Basilicata e nel Mezzogiorno, dove purtroppo sono tantissime le persone che pur lavorando non raggiungono un reddito sufficiente per sé e per la propria famiglia. La radice del problema sta nel mercato del lavoro, iniquo e sregolato, soprattutto nel primo accesso. Ci troviamo in una vera e propria giungla contrattuale, una pluralità talmente ampia che frammenta il mondo del lavoro, producendo una imparità di condizioni addirittura fra lavoratori occupati negli stessi settori e una indebita forma di pressione al ribasso verso gli altri contratti. Basta vedere quello che succede nella ristorazione, dove da parte dei titolari delle imprese si lamenta una difficoltà nel reperire manodopera spesse volte dovuta a una in applicazione dei contratti e al mancato rispetto dei diritti previsti”.
Due sono le linee di intervento necessario secondo Esposito: “Da un lato – spiega – una riforma del lavoro che assicuri condizioni d’impiego dignitose per tutti. Una richiesta non più rimandabile e quanto mai necessaria, fatta presente anche dai sindacati in tutti i confronti con il governo nazionale insieme ad altre riforme strutturali, come quelle del fisco, della lotta all’evasione e delle pensioni, insieme alla difesa del potere d’acquisto di salari e pensioni e al salario minimo. Mentre gran parte dell’Europa ha messo il lavoro al centro dell’agenda politica, dall’innalzamento a 12 euro l’ora del salario minimo legale in Germania al pacchetto di misure per introdurre la garanzia di stabilità dell’impiego e la lotta alla precarietà in Spagna che, riducendo i contratti atipici, ha registrato un record di assunzioni con contratti a tempo indeterminato con percentuali del 325,8% rispetto ad aprile 2021, in Italia i temi sembrano lontani anni luce. Bisogna quindi cambiare le leggi sbagliate sulla precarietà introducendo un contratto unico d’inserimento fondato sulla formazione e che abbia come risultato finale la stabilizzazione dei lavoratori e dare valore ai contratti attraverso una legge sulla rappresentanza.
Dall’altro – conclude Esposito – il governo regionale dovrebbe finalizzare le risorse del Piano Gol per l’occupazione, delle royalties e delle risorse comunitarie 21-27 per favorire la trasformazione di tutti i contratti precari in contratti a tempo indeterminato. Questa non è solo una azione giusta per favorire la buona occupazione contro precariato e lavoro nero, ma è anche un’azione di politica economica per rilanciare l’economia lucana attraverso una spinta della domanda interna”.