Un patrimonio vitivinicolo dalle origini antichissime e con radici culturali profonde si trova incastonato nel cuore dell’antica Enotria (insieme alla Calabria e parte della Campania sudorientale). Vi insistevano floridi vigneti, frutto di una tradizione che ancora oggi ispira la filiera produttiva che con modernità si affaccia alle nuove sfide dei mercati internazionali. È l’Alta Val D’Agri, oggi riconosciuta e tutelata dalla Denominazione di Origine Controllata. Con i suoi 8 soci si presenta nel contesto fieristico internazionale più importante del vino, il Vinitaly, con un momento di conoscenza e degustazione voluto dal Consorzio di tutela per approfondire la storia del territorio, le sue radici culturali e le prospettive di sviluppo sui mercati internazionali.
Lunedì 7 aprile 2025 alle ore 12 nell’area collettiva della Regione Basilicata – Padiglione 11 di Veronafiere è in programma l’evento “Alta Val d’Agri, Terra di Enotri e Storie di vino” offrirà una narrazione autentica e completa di quella che è oggi indubbiamente l’area più bella e interessante della lucania enologica alla platea di visitatori, operatori, buyers e giornalisti di stampa enogastronomica.
La recente ricerca Basivin Sud finanziata dalla Regione Basilicata e sviluppata con il contributo di ALSIA, CREA VE e CNR ISPC ha permesso di scoprire e censire ben 42 vitigni autoctoni tra gli antichi vigneti della Val d’Agri, del Pollino e del Vulture, ad evidenza della grande biodiversità genetica del patrimonio lucano. Le tradizioni millenarie che si intrecciano con le varietà e la viticoltura trovano rispondenza anche nel patrimonio archeologico della Val d’Agri e conferiscono a quest’area interna della Basilicata un valore socio economico ed antropologico unico, da valorizzare e promuovere anche nei contesti moderni dell’enoturismo e dei viaggi esperienziali legati alla scoperta del patrimonio enogastronomico.
L’appuntamento veronese servirà a svelare la forza dell’unicità del terroir della Val d’Agri, conoscere da vicino i produttori della DOC, presentare le strategie di comunicazione e di crescita sui mercati nazionali ed internazionali del vino, in un’ottica di chiara volontà di sviluppo prospettico.
«Il patrimonio enologico della Val d’Agri – ha sottolineato la presidente del consorzio di tutela e valorizzazione della Doc Terre dell’Alta Val d’Agri, Clorinda Pisani – è unico nel suo genere e ci caratterizza nel panorama della vitivinicoltura nazionale ed internazionale. La qualità delle produzioni, la storia legata al mondo del vino, ma anche la valenza enoturistica del contesto lucano al quale ci riferiamo ci permettono di affermare che possiamo e vogliamo diventare la nova destinazione esperienziale italiana per gli amanti del vino. Con questa forza narrativa e culturale si prepariamo a presentare agli operatori di settore il terroir che vuole farsi conoscere nella sua interezza per attrarre sempre più appassionati e raccontarsi alla stampa nazionale e internazionale come meta da scoprire e visitare».