Il Contratto Agricolo della Provincia di Potenza è realtà. Le Organizzazioni sindacali e le Associazioni datoriali hanno siglato un accordo che, a decorrere dal primo agosto 2024, prevede – per il triennio 2024/2026 – l’aumento netto del 6% del salario base delle lavoratrici e dei lavoratori. Il contratto è stato rinnovato nella sede dell’Ebat, un luogo socialmente emblematico per il mondo agricolo potentino. È inutile nasconderlo: l’agricoltura lucana vive un momento difficile e la crisi idrica rappresenta solo la punta di un iceberg decisamente irrobustito da varie problematiche ancora irrisolte. Le parti hanno concordato sulla necessità di valorizzare le colture di eccellenza e sul sostenere la pervicace attività delle imprese agricole, insidiate da una globalizzazione sfacciata che abbassa il prezzo dei prodotti minando la dignità del lavoro. Fai, Flai e Uila non si sono sottratte alle loro responsabilità e hanno posto l’accento sulla manodopera extracomunitaria: non bisogna lasciare migliaia di persone navigare a vista nell’oceano dell’irregolarità. Sono proprio le braccia degli extracomunitari che, anno dopo anno, rinfoltiscono i campi di una Basilicata vittima dell’impoverimento demografico. L’impegno a garantire i permessi di lavoro e la continua sensibilizzazione delle aziende sono una priorità, un segnale imprescindibile per chi pensa di arricchirsi vessando persone che caparbiamente cercano di costruirsi un futuro in Italia. Sono migliaia gli irregolari extracomunitari in Basilicata: i dati non mentono e consegnano una geografia del territorio davvero complessa. L’uguaglianza di genere, la sicurezza sul lavoro, il contrasto a ogni forma di mobbing hanno raffigurato quei percorsi di dialogo, dentro i quali si è strutturato il rinnovo del Contratto Agricolo prima nella Provincia di Matera e successivamente in quella di Potenza. La determinazione nel ricercare un punto di equilibrio tra gli interessi dei datori di lavoro e gli auspici delle lavoratrici e dei lavoratori ha cementificato le relazioni. Fai, Flai e Uila non possono che mostrare tutta la loro soddisfazione per aver chiuso positivamente la trattativa e aver dimostrato ancora una volta che sui diritti non si accettano passi indietro, ma si cerca con ostinazione di andare sempre avanti, nonostante le intemperanze di un periodo storico ostico e ancora tutto da declinare.