Fallimenti delle imprese e ritardi nei pagamenti: con la crisi sono cresciuti solo in Italia, bene la riforma Monti ma occorre vigilare che venga effettivamente applicata. E’ questo il primo commento del Presidente regionale della Cna Basilicata Giovanni Coretti agli ultimi dati disponibili sui fallimenti delle imprese e sulle principali cause degli stessi, come pure al recentissimo provvedimento emanato dal Governo Monti per ricondurre entro tempi europei l’annoso problema del pagamento delle imprese da parte della Pubblica Amministrazione. La principale causa del fallimento delle aziende italiane è quella del ritardo nei pagamenti; infatti un fallimento su tre è determinato da tale causa. Lo scorso anno, a portare i libri in tribunale, sono stati 11.615 imprenditori italiani, il 31% di questi sono stati costretti a chiudere perchè non hanno incassato nei tempi debiti quanto gli spettava. La crisi partita nel 2008, continua Coretti, ha già causato la chiusura di quasi 40.000 imprese, che nella maggior parte dei casi hanno chiuso i battenti senza clamori mediatici vista la loro piccola dimensione (artigiani, commercianti silenti ed invisibili nelle loro disgrazie).Tra il 2009 ed il 2011, invece, riprende Coretti citando una indagine della CGIA di Mestre, Francia, Germania e Regno Unito hanno registrato una contrazione dei tempi di pagamento. Drammatica la situazione per chi lavora con la Pubblica Amministrazione italiana : sempre in questo triennio, i tempi di pagamento sono aumentati di 52 giorni. Oggi le forniture o i lavori eseguiti per lo Stato o gli Enti Locali vengono pagati a 180 giorni, ma non mancano casi di tempi pari ad alcuni anni.Con la crisi economica solo in Italia sono aumentati i tempi e i ritardi nei pagamenti. Non solo continuiamo ad essere la maglia nera in Europa, ma la situazione è addirittura peggiorata solo per le nostre imprese. L´analisi è stata condotta mettendo a confronto i tempi di pagamento medi effettivi e i ritardi medi di pagamento avvenuti tra il 2009 e il 2011 nei principali Paesi Ue. La comparazione ha riguardato tre tipologie di transazioni economiche: 1) quella tra imprese e Pubblica Amministrazione;2) quella tra imprese e privati;3) quella tra imprese. Drammatica la situazione per chi lavora con la Pubblica amministrazione italiana: i pagamenti vengono onorati dopo 180 giorni (+52 giorni rispetto al 2009) con un ritardo medio, nei confronti dei termini contrattuali, di 90 giorni. Niente a che vedere con le situazioni che si verificano nei Paesi nostri concorrenti: in Francia le fatture vengono “saldate” a 64 giorni (6 giorni in meno rispetto al 2009), nel Regno Unito a 47 giorni (-2) e in Germania a 35 giorni (-5 rispetto al 2009).Nei rapporti commerciali tra imprese e privati, i tempi di pagamento medi effettivi registrati in Italia nel 2011 sono stati pari a 79 giorni. Nulla a che vedere con i 44 giorni fatti segnare nel Regno Unito, i 41 giorni censiti in Francia e i 24 giorni necessari per saldare una fattura in Germania. Se tra il 2009 e il 2011 nei 3 paesi nostri partner commerciali si è registrata una contrazione dei tempi e dei ritardi nei pagamenti, solo in Italia si è verificato un aumento: +9 giorni nel primo caso, +4 giorni nel secondo caso. Sempre più difficile anche la situazione nelle transazioni commerciali tra imprese. Se in Italia i tempi di pagamento hanno raggiunto i 103 giorni (+15 dal 2009), in Francia si attestano sui 59 giorni (-4 giorni), in Regno Unito sui 46 (-6 giorni ) e in Germania sui 37 (-12 giorni).Con riguardo a tutta questa triste situazione, continua Coretti, bene ha fatto il Governo Monti ad adottare il provvedimento il base al quale i pagamenti vantati dalle Imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione fino al 31 dicembre 2011, pari a 60/70 miliardi di euro, devono essere saldati con titoli di stato, e di pagare entro 60 giorni i lavori e le forniture eseguite dopi il 1° gennaio 2012, provvedimento atteso da tempo dalle Imprese e a più riprese sollecitato dalle tutte le Organizzazioni datoriali di categoria. Ora come sempre nella nostra Nazione, conclude Coretti, bisognerà vigilare affinchè le norme vengano rispettate e denunciare senza remore tutti quegli Enti che dovessero, invece, non farlo.
Gen 22