“Nell’incontro odierno tenutosi con la Direzione Aziendale di FCA, l’azienda ha illustrato lo stato di avanzamento del progetto sulla produzione di vetture ibride nello stabilimento di Melfi e ha confermato per i suoi 7200 dipendenti la proroga del Contratto di solidarietà dal 31 gennaio 2019 al 31 dicembre 2019 con la medesima percentuale media del 48% di riduzione massima di orario”. Lo riferiscono Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm responsabile del settore auto, e Marco Lomio, segretario generale della Uilm Basilicata.
“Purtroppo – commentano i sindacalisti – il contratto di solidarietà comporta disagi economici e organizzativi, ma costituisce un passaggio necessario per preparare il terreno a un futuro di piena occupazione e di rilancio dello stabilimento di FCA Melfi e del suo indotto. A fronte di ben 200 milioni di investimento si prevede la consegna dei lavori strutturali della linea dedicata “ex linea Punto” a partire dal mese di maggio, con l’avvio delle pre serie in autunno, della Renegade Ibrida “PHEV” e la salita produttiva della stessa nel primo trimestre del 2020 con il coinvolgimento di tutti i lavoratori del sito in un importante piano formativo”
“Accogliamo questo annuncio positivamente – commentano Ficco e Lomio – poiché conferma che il piano industriale per lo stabilimento lucano va avanti. Chiediamo, però, di poter conoscere quanto prima anche lo stato di avanzamento del progetto Jeep Compass, che confidiamo debba andare avanti nonostante i problemi causati dalla intempestiva norma del bonus-malus relativo alle auto elettriche. Quanto a questo provvedimento abbiamo comunque già avuto modo di chiarire tutta la nostra contrarietà e preoccupazione, giacché è del tutto intempestivo: in pratica si incentivano le vendite di auto elettriche ora che siamo in procinto di produrle in Italia e si prevede di ritirare gli incentivi fra un paio di anni, proprio allor quando saremo finalmente in grado di produrle. Quanto meno il meccanismo di bonus-malus andrebbe rinviato per evitare un parossismo di masochismo economico”.