I titolari di alberghi, ristoranti, bar, locali pubblici tirano un sospiro di sollievo: dopo 26 mesi di restrizioni e impedimenti, finalmente la vita nei pubblici esercizi torna alla normalità. Lo stop all’esibizione del Green Pass per i clienti determinerà una riduzione notevole del carico di lavoro per i gestori e i dipendenti di bar e ristoranti che fino a pochi giorni fa sono stati costretti a controllare in media migliaia di certificati verdi ogni giorno. Ma anche la fine dell’uso della mascherina all’interno dei locali rappresenta, soprattutto dal punto di vista psicologico, un ritorno a condizioni di lavoro normali.
Per Michele Tropiano (Federalberghi-Confcommercio) “se ci fosse ancora bisogno di attenzionare la situazione delle imprese del comparto, i dati dell’Osservatorio del Consiglio nazionale dei commercialisti, vale a dire dei professionisti che quotidianamente fanno i conti alle nostre aziende, sono allarmanti. Il calo di fatturato per alberghi e ristoranti lucani nel 2020 risulta dimezzato e la Basilicata si classifica al secondo posto tra le regioni più colpite. E’ evidente – aggiunge Tropiano – che gli aiuti che ci sono arrivati dallo Stato e dalla Regione non potevano bastare e che solo con la ripresa del lavoro possiamo superare con gradualità questa situazione pur non rinunciando certo a rivendicare altri sostegni. Ma dopo aver attraversato i primi mesi del 2022 “bui” cominciamo a riguardare la “luce”. Secondo la nostra indagine, il 57,5% dei pubblici esercizi prevede un aumento dei ricavi rispetto al 2021 ma non mancano valutazioni negative tra chi, al contrario, prevede un calo del fatturato (10,1%) o addirittura non ha alcun obiettivo quasi a prefigurare il rischio chiusura (2,6%). A condizionare negativamente le prospettive di crescita nel 2022 è soprattutto l’aumento dei costi di gestione (62,9%), seguito dal perdurare delle restrizioni introdotte dal Governo per contrastare la pandemia (52,0%), da una domanda insufficiente sia dal punto di vista della clientela potenziale che della capacità di spesa. In ripresa gli eventi, matrimoni, feste che costituiscono da sempre un forte richiamo per i nostri ristoranti ed alberghi. Stiamo riprendendo bene da questo mese di maggio con prenotazioni sino all’autunno. Ma alle emergenze prezzi e consumi se ne aggiunge una terza, l’occupazione. In questi due anni le imprese hanno subito una pesante perdita di capitale umano a cui occorre rimediare con la massima urgenza recuperando produttività ed attrattività. Senza produttività non si fanno investimenti, non si attraggono capitali e non si remunera meglio il lavoro. E senza attrattività non si investe nelle sue professioni, creando i problemi di reperimento del personale che le aziende denunciano. Ma quello che manca è una vera politica di settore che ne riconosca il valore per lo sviluppo del Paese. Su questo obiettivo concentreremo la nostra iniziativa e il nostro impegno secondo il programma presentato nell’Assemblea provinciale di Viggiano”.