Secondo dati diffusi dal Cerved (Agenzia Unioncamere di Commercio) in Basilicata i ristoranti a rischio “infiltrazione criminalità” sono 70 con una percentuale di rischio stimata al 29%; seguono gli alberghi (19, con una percentuale rischio del 32%) e le agenzie di viaggio (13, con la percentuale più alta 49%).
La prima azione di Federalberghi è una petizione (“salviamo le imprese e i lavoratori del turismo prima che sia troppo tardi”) rivolta al presidente Conte e ai ministri Franceschini, Gualtieri e Patuanelli per sollecitare il Governo italiano a “intervenire con urgenza”. Anche singoli imprenditori, lavoratori e cittadini possono aggiungere la propria firma con una sottoscrizione online sulla piattaforma change.org.
Questi gli interventi principali richiesti dagli albergatori:
• riconoscimento di ristori efficaci, che ristabiliscano equità per l’anno 2020 ed accompagnino le imprese anche nei mesi a venire;
• interventi sulla liquidità (proroga delle rate dei mutui e concessione di prestiti ventennali);
• esonero per il 2021 dal pagamento delle imposte (in primis Imu, Tari e canone Rai);
• sostegno alle imprese in affitto per il pagamento del canone di locazione;
• riduzione dell’aliquota Iva al 5% in analogia con quanto avvenuto in altri Paesi europei;
• riconoscimento di sgravi contributivi per le imprese che richiamano in servizio il personale;
• sostegno al reddito per i lavoratori che rimangono disoccupati o sospesi.
“Non sottovalutiamo i segnali – commenta Michele Tropiano, Federalberghi-Confcommercio – che ci arrivano dai nostri associati e dagli imprenditori. La Basilicata non è esente ed i rischi non sono solo potenziali. Le motivazioni possono essere riferibili alla debolezza economica – ormai strutturale – delle imprese esistenti e le dimensioni organizzative delle stesse che, ancora, non costituiscono sistema.La debolezza strutturale trova ulteriore e altra giustificazione anche per le nuove iniziative, in considerazione dell’insufficiente sostegno economico e finanziario assegnato per i nuovi investimenti. In una Regione nella quale il turismo è prevalentemente stagionale e caratterizzato dal mordi e fuggi, le agevolazioni concesse o concedibili, sia a fondo perduto che a mutuo, non sono, nonostante tutto – aggiunge Tropiano – sufficienti a sostenere l’iniziativa nel tempo quando il mercato nel quale operano queste attività non è in grado di assicurare risorse e ritorni adeguati a rimborsare e remunerare l’investimento. Alla richiesta avanzata da importanti associazioni e organismi di rappresentanza, di adeguare le quantità e le modalità di sostegno agli investimenti, il Governo ha continuato a non dare risposte anche in presenza della pandemia.
La insufficiente capitalizzazione, la dimensione familiare e il periodo troppo breve di ammortamento dei mutui costituiscono le condizioni di maggiori fragilità delle attività turistiche che si realizzano in Basilicata.
Per affrontare tale emergenza bisognerebbe che l’Istituzione Pubblica, ad ogni livello, decidesse di “ascoltare” le proposte del privato organizzato intervenendo sugli aspetti rappresentati. A sostegno di queste bisognerebbe aggiungere una diffusa attività di formazione e di innovativa animazione affinchè gli “anticorpi” siano introdotti negli organismi debilitati dalla emergenza sanitaria, affinchè gli stessi possano riprodursi e rendere il soggetto turismo in grado di combattere il nemico e costituire un argine autorespingente o autoimmune”.