I dati del Rapporto 2022 dell’Osservatorio Ristorazione – in sintesi: calano le iscrizioni ai nostri Istituti Professionali Alberghiero, chiudono anche prestigiosi ristoranti, prosegue la difficoltà a reperire personale nei settori ricettivo-alberghiero e ristorazione – non hanno colto di sorpresa Federalberghi. Il presidente Michele Tropiano sottolinea che nelle assemblee territoriali di Federalberghi che si sono svolte, volutamente presso gli Istituti Alberghieri di Potenza, Melfi, Brienza e Maratea i dirigenti scolastici hanno lanciato l’allarme. Questa fuga di capitale umano dal settore è frutto di una complessa concomitanza di cause, riassumibili nella disillusione rispetto al modello di ristorazione “patinato” raccontato dai media e dalla stessa categoria, che raramente corrisponde a realtà, nella tendenza di millennials e Gen Z ad abbandonare il posto fisso per avviare attività in proprio, complice la nascita di nuove professioni in grado di ottenere risultati migliori in meno tempo. “Questo clima di sfiducia e diffidenza – sottolinea Lorenzo Ferrari, presidente dell’Osservatorio Ristorazione – va combattuto facendo sistema e ripensando il settore per attirare e, soprattutto, trattenere i più giovani, aprendo a figure professionali più consone alle competenze e alle aspirazioni dei nativi digitali e ridisegnando orari e modalità di lavoro. Lo stesso contratto nazionale andrebbe rivisto per stimolare l’appeal del mondo ristorativo.”
Tropiano insiste sui principi contenuti nel protocollo di intesa Federalberghi-Ufficio Scolastico Regionale dal titolo “intraprendere per orientare e competere”, che ha l’obiettivo di avviare percorsi di attività in grado di rafforzare il legame albergo-scuola su aspetti finalizzati ad avvicinare formazione e lavoro. Cinque gli strumenti individuati: orientamento alla cultura dell’imprenditorialità; competenze trasversali e per l’orientamento; tirocini curriculari; tirocini extracurriculari ed extrascolastici in contesti selezionati; apprendistato di primo livello. Le nostre imprese si portano dietro, dall’inizio dell’estate, una carenza di personale per le difficoltà nel reperire anche figure come i camerieri occasionali, che prima della pandemia erano numerose. Parliamo di circa il 25% di tutte le assunzioni previste nella nostra regione, tra contratti a tempo determinato e indeterminato, che ‘obbligano’ alcuni albergatori con ristoranti a introdurre il numero chiuso di coperti, per insufficienza di chef e aiuto chef. Un fenomeno nazionale che ha ripercussioni anche nei nostri più piccoli alberghi”.