Guai a parlare di saldi con i gioiellieri. Almeno quelli associati a Federpreziosi-Confcommercio (130 gioiellerie in provincia di Potenza a cui aggiungere una cinquantina di negozi di preziosi) che ci tengono ad affermare il principio che i monili in metalli preziosi non possono essere scambiati magari per il giaccone o la gonna da mettere in vendita con il 30% di ribasso perchè sono sempre oggetti in oro, platino, argento, pietre preziose che conservano il valore nel tempo e in un periodo non certo facile per l’economia internazionale, il mercato dei gioielli, soprattutto quelli di lusso, sta facendo registrare segnali di ripresa. Se mai si può parlare di scontistica, promozione, ritocco dei cartellini. E proprio per esprimere questa situazione Confcommercio ha diffuso un rapporto che conferma come il negozio di gioielleria si conferma una realtà consolidata nel vissuto dei lucani: sono quasi l’80% dei consumatori coloro che la frequentano. E’ il ceto medio che vi si reca per acquistare per sé o per altri (100% circa del campione) o per la riparazione di un gioiello (28,7%). Si acquista per i famigliari più stretti (75,6%) o per occasioni speciali come nascite ed altri eventi del ciclo della vita, i compleanni, i matrimoni. Quasi l’80% dei consumatori acquista gioielli in oro. Il 50% circa dei consumatori acquista i gioielli pagandoli prevalentemente in contanti. Ancora tra le scelte dei lucani: il 38,2% negli ultimi 18 mesi ha comprato orecchini , il 34,1% bracciali, il 28,3% collane, il 25,6% orologi.
La gioielleria è considerata un luogo per occasioni speciali dal 90% circa del pubblico, raffinato ed elegante (90% circa) dove trovare competenze e professionalità (85% circa), bello e piacevole (85% circa), dove ci si sente a proprio agio. Le vetrine comunicano bellezza, lusso e senso di ricchezza, ma solo presso poco meno del 50% del pubblico: a volte sono giudicate “vecchie”. Non sempre i prezzi sono esposti, mentre il 90% del campione desidererebbe che lo fossero sempre. Oltre il 50% degli intervistati ha una gioielleria di fiducia dove trova un ”consulente” affidabile a cui chiedere i consigli e che garantisce la qualità del prodotto al di là delle marche o della pubblicità. Tra coloro che hanno una gioielleria di fiducia, solo il 30% circa sarebbe disposto a sperimentare un nuovo punto di vendita e solo il 6% sarebbe disposto a sperimentare un negozio on-line
Il 42,2% degli intervistati ritiene che il gioielliere abbia un livello di “professionalità” superiore rispetto agli altri commercianti; l’82,9% è d’accordo con l’idea che quello del gioielliere sia un mestiere dell’artigianato artistico; il 91,4% ritiene che sia un lavoro esposto ai rischi della criminalità predatoria; il 75% circa pensa che occorra avere un qualche genere di requisito per esercitare questa professione.
Per Angela Latoracca, dirigente Confcommercio Potenza, amministratore di “Gino Gioielli”, che allo scoccare del 2016 ha festeggiato 30 anni di attività dell’azienda di famiglia, i cambiamenti in atto nella distribuzione commerciale sono sotto gli occhi di tutti: crescente affermazione dei centri commerciali e in seno ad essi della grande distribuzione, forte polarizzazione delle tendenze di vendita sui brands più internazionali ed affermati, e-commerce e proliferare di siti di vendita (indipendenti o legati alle marche) molto aggressivi, affaccio diretto della produzione alla distribuzione attraverso i negozi monomarca. Tutti questi fenomeni, pur con alcune tipicità e attenuazioni, stanno avanzando anche nel nostro mercato della gioielleria, dell’oreficeria e dell’orologeria. Eppure, ciò nonostante, resiste e persiste sul mercato italiano fatto di una rete molto estesa di negozi e di professionisti della distribuzione orafa e orologiera al dettaglio (si contano circa 20.000 unità) che è ancora oggi un forte e imprescindibile riferimento per tanti consumatori. Per mantenere un’insegna di successo, oltre alla serietà e alla competenza, l’ingrediente principale – continua Latoracca – è la passione nell’anticipare e nel ricercare sempre le nuove tendenze, incrociando passione, ricerca e gusto italiano. Non a caso le tre caratteristiche più importanti dell’attività del gioielliere sono, secondo i consumatori: conoscenza approfondita del prodotto offerto, passione e competenze, buon gusto e capacità di consigliare il pubblico. L’immagine del gioielliere così come delineata dal consumatore è positiva: il gioiellerie è un professionista (68,5%), è un esperto (66,2%), è affidabile (57,2%).
Grazie all’impegno e alla capacità di fare rete dei maestri artigiani e dei commercianti, riuniti soprattutto dalla gran voglia di tramandare l’arte di trasformare le preziose materie prime in gioielli unici e ammirati in tutto il mondo, la gioielleria – commenta Fausto De Mare presidente Confcommercio Potenza – è un driver fondamentale del nostro terziario, uno dei simboli più importanti del made in Italy. Oggi questa tradizione è nelle abili mani di una nuova generazione di esercenti che hanno deciso di tenere alto il nome dell’ oreficeria lucana, nonostante i venti di crisi che soffiano ancora forti in tutti i settori della nostra economia.
Gen 04