In occasione della festività di Santa Barbara – protettrice dei minatori – una delegazione della Feneal-Uil della Basilicata ha partecipato alla celebrazione della festa religiosa e all’incontro successivo di minatori-lavoratori edili che si sono tenuti all’interno di una galleria in fase di ultimazione sul tratto lucano dell’A3 Sa-Rc. I lavoratori affidano, quotidianamente, la loro vita e i loro pensieri alla loro protettrice e quotidianamente nelle gallerie rischiano la vita per il sostentamento della famiglia.
Per il segretario regionale della Feneal Domenico Palma, presente insieme ai colleghi di Fillea-Cgil e Filca-Cisl, “l’attività degli edili impegnati nelle gallerie è fortemente usurante e si svolge in condizioni difficili. Per questo non intendiamo abbassare la guardia in tema di sicurezza. Del resto i dati forniti solo qualche giorno fa dalla sede regionale dell’Inail per il 2012 ci confermano che nel comparto delle costruzioni (399 incidenti di cui 272 in provincia di Potenza e 127 in quella di Matera, un morto) la prevenzione antinfortunistica va rafforzata. Anche il fenomeno delle malattie professionali nei cantieri continua a preoccuparci. Ma – dice ancora il segretario Feneal – è in tema di previdenza che i lavoratori edili pagano di più. Noi – aggiunge – rappresentiamo una categoria di lavoratori, quelli delle costruzioni, che appartengono a un settore ora in profonda crisi e a una
tipologia d’impiego effettivamente pesante, usurante e la cui durata è limitata e dettata dai tempi delle opere da realizzare. Una situazione – aggiunge Palma – in cui per sopravvivere e accumulare pezzetti di contribuzione si accetterà qualunque cosa, con un evidente effetto di un aumento del nero. Arrivare ai 40 anni di contribuzione era una specie di chimera anche prima che il precedente Governo Monti (riforma Fornero) intervenisse in questo delicato meccanismo. La realtà è che nella vita lavorativa di un muratore che, prestando la sua attività ai cantieri è impiegato solo per la durata dell’opera e poi viene mandato a casa, si accumulano mediamente 26-28 anni di contributi. Un livello molto lontano dai 42 anni introdotti con la riforma Fornero, mentre solo i minatori, gli asfaltatori e i cavatori sono rientrati nei lavori usuranti.
Palma avanza qualche proposta: Innanzitutto bisognerebbe favorire l’uscita dei disoccupati strutturali – dice – e poi si potrebbe trasferire l’assistenza straordinaria delle Casse edili per i trattamenti sanitari sul capitolo previdenziale. Non si tratterebbe di una panacea per tutti i mali, ma almeno tamponerebbe la falla. In attesa che in futuro si trovino altre soluzioni per una categoria che se fino a ieri era in grave sofferenza, oggi rischia di rimanere schiacciata sotto il peso del nuovo ed iniquo sistema pensionistico. Anche per questo e a sostegno del rinnovo del contratto – conclude – il 13 dicembre i lavoratori dell’intero comparto costruzioni faranno una giornata di sciopero generale”.
Dic 04