“La cosiddetta mini-Aspi, vale a dire il nuovo sistema dell’assicurazione sociale per l’impiego, rischia di penalizzare soprattutto gli operai edili meridionali. Siamo molto preoccupati di quanto potrebbe accadere in Basilicata”. E’ l’allarme lanciato dal segretario regionale della Feneal-Uil lucana Domenico Palma.
Come è noto la legge di Stabilita’ 2013 interviene, modificandola, sulla legge di riforma del lavoro in materia di AspI e mini AspI. In sintesi le modifiche apportate riguardano: la detrazione dei periodi eventualmente fruiti negli ultimi dodici mesi, per chi ha meno di 55 anni e negli ultimi diciotto mesi per gli ultracinquantacinquenni; l’indennita’ mini Aspi in caso di nuova occupazione dell’assicurato; la contribuzione a carico del datore di lavoro e i trattamenti di disoccupazione speciale per l’edilizia.
L’indennità miniAspi, è corrisposta mensilmente per un numero di settimane, pari alla metà delle settimane di contribuzione nell’ultimo anno; per la durata non vengono computati i periodi contributivi che hanno già dato luogo ad erogazione della prestazione.
Se viene interrotto un apporto di lavoro a tempo indeterminato per le causali che, indipendentemente dal requisito contributivo, darebbero diritto all’ASpI, verificatisi dal 1° gennaio 2013, è dovuta, a carico del datore di lavoro, una somma pari al 41% del massimale mensile di ASpI per ogni dodici mesi di anzianità aziendale negli ultimi tre anni.
“Tutto questo significa – commenta Palma – che al Nord gli operai riusciranno a raggiungere le 52 settimane di contribuzione in due anni e non incontreranno problemi. Da noi in Basilicata come in tutto il Sud invece i rapporti di lavoro sono molto più precari e c’è meno protezione sociale. Perciò gli operai dovranno passare da questo sistema di indennità a singhiozzo.
Scongiurato fino al 2016 l’aumento del contributo dei licenziamenti «fine cantiere», salve, questa volta fino al 2017, anche le norme sulla cosiddetta «decantierizzazione», scatta invece subito il contributo addizionale dell’1,4% sui rapporti a tempo determinato. Intanto, il 2012 si è chiuso con un’impennata delle ore di cassa integrazione. Ne sono state autorizzate 70 milioni, 10 in più dell’anno scorso. Per le Casse edili, dal 2008 a oggi il settore ha perso un terzo dell’attività produttiva. E nel 2013 si attende un nuovo calo. Ecco le ragioni del nostro allarme: le nuove misure – continua il segretario degli edili lucani della Uil – andranno a colpire aree nelle quali i lavoratori e le imprese si muovono già in una situazione disastrata specie per effetto della crisi dei lavori pubblici e per l’assenza di investimenti privati”.