Carne, verdura e barbecue: in estate è boom. Cresce costantemente la passione per la carne cotta sulla brace e per gli utensili dedicati a questo metodo di cottura. In muratura, artigianali, portatili e improvvisati. Se fino a 20 anni fa era appannaggio di piccole fasce della popolazione, ora questa moda trova sempre più proseliti. Solo per questa estate la Cia-Confederazione italiana agricoltori stima più di 24 milioni (in maggioranza suino, manzo, pollame) di grigliate fatte in casa, all’aperto e nelle sagre e manifestazioni di paese.
Le grigliate -sottolinea la Cia- sono diventate con il passare del tempo un buon pretesto attorno al quale si raccoglie la famiglia, ma anche un momento di aggregazione sociale. Ormai si cuoce alla brace in tutti i mesi dell’anno, anche se in quelli estivi si raggiungono i picchi più alti.
Per il direttore regionale della Cia lucana Luciano Sileo il Ferragosto è l’occasione per rinnovare l’invito ad acquistare carni di allevamenti lucani. In tema di marchio delle carni lucane però – aggiunge – bisogna fare più in fretta perché questa è la strada di più efficace di garanzia per consumatori e contestualmente per gli allevatori. E se da tempo carne podolica e Agnello delle dolomiti lucane rappresentano, insieme alle carni dei suini del Melandro, le eccellenze capaci di fare da volano all’intero comparto zootecnico lucano, l’unica soluzione strutturale in grado di assicurare la trasparenza negli scambi commerciali e la tutela di consumatori e produttori dal rischio frodi è l’estensione dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti, a partire dalla materia prima utilizzata. Occorre pertanto insistere sulla qualità, i controlli sull’intera filiera allevamenti-mattatoi-macellerie-aziende di trasformazione-supermercati”.
La Cia ribadisce inoltre “l’attualità di un Piano regionale per il comparto zootecnico e di un programma di consolidamento e rilancio del sistema agroalimentare e industriale legato alle produzioni locali tipiche e di qualità”.
Quanto alle grigliate che attendono i lucani, come per i tradizionali fornelli domestici, il numero delle donne alle prese con la griglia (oltre il 55 per cento) è superiore a quello degli uomini, sfatando un luogo comune che vedeva il maschio protagonista nella cottura alla brace. Non c’è una fascia di età che prevale sull’altra nell’arte della cottura. E’ una pratica che contagia un po’ tutti.
La novità estiva dell’anno è l’incremento, di più del 10 per cento di verdure cotte al barbecue che accompagnano le carni, con le patate che la fanno da padrone assieme a zucchine e a verdure a foglia larga. In termini assoluti però, dopo braciole e bistecche, le più gettonate da cucinare sulla brace sono ancora le salsicce.
Sul tipo di cottura -secondo la Cia- gli italiani propendono per la carne ben cotta (65 per cento), mentre oltre il 40 per cento la preferisce di media cottura e appena il 7 per cento al “sangue”. Molto ricercata sul mercato -conclude la Cia- è la carne italiana (chianina, marchigiana, piemontese e podolica) che tiene sempre molto bene al confronto con quella argentina, danese e francese.
Consumi di carne alla griglia:
Stime previsionali Cia-Confederazione italiana agricoltori estate 2013
Carne suina: 42%
Carne di manzo: 38%
Pollame: 15%
Altre: 5%
Consumo medio pro-capite per famiglia tipo
Periodo (Giugno a Settembre):
8 kg
I gusti degli italiani sulla “cottura”
55% “ben cotta”
38% “media cottura”
7% “al sangue”
La classifica degli amanti del “barbecue” nel mondo
1° Statunitensi
2° Australiani
3° Francesi
4° Tedeschi
5° Italiani
Ago 13