La Cgil, Cisl e Uil di Matera sostengono lo sciopero e la protesta indetta per la giornata di lunedì 15 luglio 2019 dai sindacati di categoria Fiom, Fim e Uilm regionali.
Tanto perché forti sono le preoccupazioni per la gravissima situazione in cui si ritrova l’industria storica Ferrosud Spa che, nell’indifferenza generale, rischia un epilogo drammatico che potrebbe mettere sul lastrico circa 74 lavoratori e annullare definitivamente un pezzo fondamentale dell’esiguo ma importante tessuto industriale del territorio materano.
Tutto questo nel mentre l’anno 2019 di Matera, Capitale europea della cultura scorre inesorabilmente senza raccogliere le opportunità e le potenzialità che, i riflettori nazionali e internazionali, avrebbero dovuto provocare per rilanciare lo sviluppo di una terra che per tanto tempo ha aspettato un’attenzione concreta e operativa da parte dei rappresentanti politici e istituzionali locali e nazionali.
I piani a breve e medio termine illustrati dalla Ferrosud in relazione al sito di Matera sono insufficienti a chiarire la volontà dell’azienda a impegnarsi per mantenere la propria presenza nel sito materano come si evince dai recenti incontri tra amministrazione aziendale e parti sociali sia in sede Confapi che in sede sindacale.
Grave l’assenza ingiustificata e reiterata al tavolo del Mise dell’amministrazione straordinaria del gruppo Mancini e della proprietà “temporanea” della Ferrosud, del gruppo Malena.
Nel mentre si utilizzano un numero non trascurabile di lavoratori della Ferrosud per coprire commesse in altri siti italiani sottoposti a trasferte di lunghissima durata mentre la situazione non trova contrappeso in commesse e appalti da eseguire nello stabilimento di Matera e ciò configura una prospettiva di svuotamento dello stesso che continua a svolgere lavori di smontaggio e rottamazione dei vecchi vagoni.
In questo modo la vocazione storica della Ferrosud di costruzione e manutenzione dei vagoni ferroviari è in pericolo perché rischia di trasformarsi in un’azienda di prestazione di mano d’opera per appalti lontano dal territorio.
Un depauperamento anche delle credenziali professionali e la desertificazione dell’esiguo tessuto industriale del territorio materano che diventa paradossale e inaccettabile se si tiene conto che il piano industriale 2017/2026 di Trenitalia presentato alla Stazione Tiburtina di Roma il 26 settembre 2016 prevede circa 94 miliardi di euro di investimenti di cui 73 per le infrastrutture, 13 per i treni e 7 per lo sviluppo tecnologico, oltre che l’incremento occupazionale passando dagli attuali 69 mila a 100 mila nel 2026.
Pertanto, la Cgil, Cisl e Uil di Matera chiedono un incontro urgente all’assessore regionale Cupparo e impegnano i rappresentanti parlamentari territoriali, gli amministratori locali (comunali, provinciali e regionali) che si attivino affinchè il MISE risponda urgentemente alla richiesta di convocazione del Tavolo ministeriale e soprattutto vengano approntate proposte e azioni fattive che permettano il rilancio della storica industria che dal lontano 1963 ha contribuito allo sviluppo del settore ferrotranviero del nostro paese.