Nell’ambito di tentare in extremis un programma di rilancio della fabbrica storica del Ferroviario Materano, si è appena concluso un vertice in Ferrosud a Matera tra il Presidente e A.D. Ing. Antonio Ingusci, Pasquale Chietera, Capo Officina Responsabile Sistema Gestione Qualità, il Direttore tecnico Giuseppe Aloia e, la delegazione Ugl Matera guidata dal segretario Provinciale, Pino Giordano.
“Il progetto sulla Ferrosud non si comprende ancora chiaro se, nel mentre si tenta di far ripartire il sito industriale, la politica, le associazioni di categoria, le Istituzioni che per anni nulla hanno fatto, ora si mettono ancora ad ostacolare un processo che potrebbe salvare i circa 110 dipendenti. Ciò si và ad aggravare con un non chiaro disegno burocratico frenante – hanno condiviso e dichiarato congiuntamente l’A.D. Ingusci e il segretario Ugl, Giordano -. Oggi ancora bisogna lottare con una vecchia situazione debitoria e dove il concordato accettato, mette in serio pericolo il lavoro che la classe nuova manageriale sta’ portando avanti con enormi sacrifici e investimenti eclatanti. E’ vergognoso avere delle commesse e non poter fare capitale bensì, rimetterci poiché negli anni i vari governi regionali di centro sinistra non hanno mai prestato mani ad una realtà industriale che occupava fino a 800 dipendenti: oggi in fabbrica – prosegue Giordano – vi sono in lavorazione ben 5 carrozze: carrozza Eurtofima (Ex Cometav), 2 Gran Confort (Ex Cometav) tra cui 1 in arrivo, una coppia di carrelli Tipo 719 per Carrozza Gran Confort ed una carrozza Gran Confort (Fallimento Corifer). Il paradosso per l’Ugl è che tale carrozze, sono arrivate trasportate su gomma a causa dell’inefficienza del raccordo ferroviario Ferrosud/Casal Sabini di circa 6 Km: il tutto con notevole aggravio di costi tanto da ridurre al minimo l’utile per Ferrosud poiché tale spesa le ha dovute pagare l’A.D. Ingusci pur di far continuare il ciclo industriale e produttivo del sito materano. Un’altra grossa, grave ‘mazzata’ presa dalla Ferrosud è la perdita nel mese di marzo c.a. di una commessa per la lavorazione di ulteriori 24 motocarrelli di ‘Autoscala Keller’: da come riferito da Ingusci e confermato da diversi lavoratori, sempre veramente essere al suicidio occupazionale: a marzo 2019 era previsto il collaudo finale dell’Autoscala Keller. Per questioni legate allo slittamento del pagamento del solo restante 10% degli stipendi, al personale Ferrosud da qualche O.S. viene consigliato nel medesimo periodo, cioè ultima settimana di marzo 2019 di aderire ad un inspiegabile proclamato sciopero così facendo saltare il collaudo. Tale slittamento, ha causato il mancato affidamento della lavorazione di ulteriori 24 motocarrelli. Ad oggi, tutte le spettanze, i contributi e l’accordo welfare sono stati regolarmente pagati. Numerosi sono i fornitori che con le giuste transazioni sono stati regolarmente soddisfatti tanto da poter garantire la continuità per la fornitura dei materiali necessari per la produzione. Vitale è la collaborazione dei dipendenti per andare a svolgere i lavori per le commesse già acquisite presso altri siti di Trenitalia dove non mancherà il supporto della nostra o.s.. Per l’Ugl – ha concluso Giordano nel ringraziare l’Ing. Ingusci, Aloia e Chietera – a volte bisogna avere il coraggio di andare contro corrente nell’interesse dei lavoratori. Riteniamo che perdere la commessa di 24 Autoscale ossia, di anni di sicuro lavoro, per un sito che vive in questa fase con ‘la bombola di ossigeno attaccata alla bocca’, sia veramente ingiustificante. Per la nostra politica sindacale a volte vanno anche assunte posizioni che sembrerebbero impopolari ma col tempo danno ragione e garantiscono i lavoratori. Il giorno 14 giugno è stato proclamato uno sciopero generale dei metalmeccanici, che secondo chi lo ha indetto, non nasce in polemica con le politiche attuate dal governo bensì dalla volontà di riportare al centro dell’agenda dello stesso azioni volte al rilancio del lavoro e degli investimenti. Noi Ugl sosterremo tutte le iniziative e programmi futuri che Ferrosud possa mettere in campo, non riuscendo a comprendere, come negli anni passati non ci sia stata analoga mobilitazione, quando precedenti governi hanno massacrato l’articolo 18, hanno introdotto il Job Act ed ancora prima, con la legge Fornero, e la sua scellerata riforma delle pensioni, avevano condannato i lavoratori a lavorare fino a 67 anni e oltre. Per questi motivi saremo collaborativi e partecipativi con l’Ing. Ingusci, l’Ugl nata il 24 marzo 1950, come sindacato libero, partecipativo e non condizionato da nessuno che nel suo statuto si rifà all’art. 46 della costituzione e nelle proprie scelte antepone l’interesse dei lavoratori – conclude Giordano – non parteciperà allo sciopero del 14 giugno”.