Si torna a parlare di Ferrosud. Fim, Fiom e Uilm esprimono preoccupazione per il “silenzio assordante” calato sul futuro dell’azienda e di oltre un centinaio di addetti. Diversi i nodi ancora da sciogliere per i sindacati che lamentano, in particolare, la mancanza di un piano industriale in grado di dare solidità alla Ferrosud sotto la nuova gestione dell’ad Salvatore Bianconi. “L’incontro che si sarebbe dovuto tenere entro il 20 gennaio”, accusano i sindacalisti di Fim Fiom Uilm, Vittorio Agnese, Dino Cotrufo e Dino Mangieri, “non è mai stato convocato dalla Regione e la discussione sul futuro di Ferrosud è di fatto ferma da due mesi”. Per Fim, Fiom e Uilm resta inoltre da definire il piano di chiusura della procedura di concordato e il futuro dello stesso Bianconi che, sostengono Agnese, Cotrufo e Mangieri, “avrebbe dovuto comunicare se continuare con Ferrosud, lasciando la guida della sua precedente società, diretta concorrente di Ferrosud”. A questo si aggiunge la mancata approvazione dal parte del ministero del Lavoro del decreto per il pagamento della cassa integrazione straordinaria dei primi cinque mesi del 2015.
I tre sindacalisti ricordano che “Cgil Cisl Uil hanno sollecitato a fine gennaio la convocazione di un nuovo incontro per dipanare la nube che aleggia sopra l’azienda, mentre Fim Fiom Uilm hanno inviato, ad inizio febbraio, una richiesta d’incontro a Confindustria per proseguire il confronto sui contratti di solidarietà in essere e sui carichi di lavoro, ma ad oggi – lamentano – non ci è stata data nessuna risposta. Finora la nuova compagine ha provveduto di fatto solo ad avvicendare e far proliferare le aziende esterne extra-regionali con lavoratori non locali, a discapito dei nostri lavoratori che rimangono a casa in solidarietà; ma di nuove commesse non c’è ombra, ancora oggi si continua a lavorare su quelle acquisite in passato. Questa situazione non è accettabile e i lavoratori, in mancanza di nuove commesse, iniziano a chiedersi quale futuro si prospetti per la Ferrosud. Per questo rilanciamo la richiesta di un incontro a Regione e azienda per comprendere le reali intenzioni del nuovo management e diradare finalmente le nubi che avvolgono un pezzo importantissimo dell’economia materana”.