Una comunità rurale si ritrova intorno all’olio prodotto insostituibile per la cucina e il reddito della famiglia. A Grassano per iniziativa dell’Oprol-Cia si è tenuta una vera e propria festa, la Festa dell’olio nuovo. Presso il frantoio oleario grassanese un’occasione per assaggiare la produzione 2017, accompagnati da musica, prodotti tipici e incontrare Luca Braia, Maria Antezza e il sindaco Filippo Luberto. L’olio di qualità di Grassano e delle Colline Materane è da sempre una caratteristica forte di quest’area agricola. Ed è l’elemento principale della dieta mediterranea. Uno dei fattori attrattori dell’itinerario dei sapori lungo la via Herculea e del progetto di itinerari del gusto (oltre all’olio, vini, i salumi di Tricarico, i formaggi). Non tutti gli oli d’oliva però hanno le caratteristiche di eccellenza ma bisogna distinguere un olio-doliva normale dall’olio d’oliva di elevata bonta’ ed alta qualità ed esso si chiama olio d’oliva extra vergine ovvero il grasso di origine vegetale che ha un acidità espressa in acido grassi inferiore allo 0,8 grammi / litro . L’olio d’oliva extra vergine a Grassano è ottenuto solamente per lavorazione meccanica delle olive ed la sua lavorazione avviene nei mesi di ottobre e novembre proprio il periodo della raccolta delle olive che per ottenere un grande olio d’oliva vengono nell’ arco di 24-48 ore immediatamente lavorate . Nella festa i dirigenti di Cia ed Oprol (l’organizzazione di categoria degli olivicoltori lucani) hanno però ricordato i problemi principali da affrontare sono: il rafforzamento del ruolo dei territori e quindi delle singole OP (Organizzazioni Produttori) del comparto olivicolo, le quali stanno sempre più diventando attori sul mercato di riferimento, oltre che terminali per gli interventi del programma di sviluppo finanziato con fondi Ue; il ruolo propulsivo giocato con gli altri protagonisti agricoli, industriali e commerciali della filiera per uno sviluppo in chiave moderna del settore e per una forte coesione con finalità strategiche.
Il calo produttivo, sia pure a macchia di leopardo – si sottolinea – è dovuto principalmente alle continue variazioni climatiche e alla prolungata siccità e i margini sono sempre più ridotti al punto da non riuscire a remunerare il lavoro degli imprenditori agricoli e dei familiari coinvolti.