La Fials di Potenza esprime profondo rammarico per l’atteggiamento mostrato durante l’incontro del 20 marzo presso la Prefettura, convocato per affrontare le gravi criticità che affliggono l’A.O.R. San Carlo. Una riunione tanto attesa quanto deludente, che ha visto ancora una volta l’assenza di impegni concreti e di risposte operative.
All’incontro era stata formalmente richiesta la presenza dell’Assessore alla Salute della Regione Basilicata. Una presenza che avrebbe garantito un confronto politico diretto e necessario. L’Assessore ha invece scelto di non partecipare, delegando al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera anche la rappresentanza della Regione. Una decisione profondamente sbagliata, che svuota di senso il ruolo istituzionale e politico dell’Assessorato. Un organismo politico ha il dovere di vigilare, non può sottrarsi alla responsabilità che rappresenta. L’assenza dell’Assessore ha lasciato un segno chiaro: una forte delusione e un segnale di distacco inaccettabile rispetto alle problematiche del sistema sanitario lucano.
Nel corso della riunione, la delegazione FIALS – guidata dal Segretario Generale Provinciale Giuseppe Costanzo – ha illustrato con chiarezza e dati alla mano una lunga serie di criticità che impattano quotidianamente sulla sicurezza delle cure e sulla dignità professionale degli operatori.
Tra le più gravi, la cronica carenza di personale. Basti citare i reparti di Geriatria e Medicina del Presidio di Potenza: in Geriatria, due soli infermieri si trovano a gestire turni con 32 pazienti. Una condizione che viola apertamente le linee guida AGENAS, che prevedono un rapporto massimo di un infermiere ogni otto pazienti. La situazione è aggravata dalla quasi totale assenza di OSS nei turni notturni nelle Unità Operative dell’A.O.R. San Carlo di Potenza, lasciando gli infermieri a svolgere anche mansioni assistenziali di base, oltre alle proprie responsabilità cliniche.
La FIALS ha chiesto espressamente alla Direzione di fornire dati aggiornati e ufficiali sulla dotazione del personale. Non solo l’Azienda non ha presentato alcuna documentazione, ma ha evitato di assumere qualunque impegno formale a condividerla. Se, come dichiarato, il fabbisogno è stato calcolato secondo le linee guida AGENAS, la Direzione ha il dovere di rendere pubbliche le tabelle di riferimento, l’articolazione organizzativa e i calcoli sviluppati con la tanto decantata metodologia. È una questione di chiarezza organizzativa, non una facoltà discrezionale.
A supporto delle nostre istanze, ricordiamo quanto emerso dallo studio pubblicato su The Lancet nel 2014, a firma della prof.ssa Linda Aiken, che ha analizzato l’impatto del rapporto infermiere/pazienti sulla mortalità post-operatoria. I dati parlano chiaro: ogni paziente aggiuntivo assegnato a un infermiere aumenta del 7% il rischio di decesso entro 30 giorni dal ricovero, a partire da un rapporto base di un infermiere ogni sei pazienti. Le condizioni di lavoro non adeguate mettono a rischio la vita dei pazienti, oltre che la salute degli operatori.
Gravissima anche la gestione dei trasferimenti interospedalieri. In più occasioni, infermieri sono stati impiegati per accompagnare pazienti STEMI/NSTEMI senza una chiara definizione organizzativa degli impatti rispetto al PDTA regionale. È inammissibile che personale infermieristico venga distolto dai reparti di Cardiologia – lasciando un solo infermiere in servizio e senza la presenza del medico – per sopperire a carenze strutturali del sistema di emergenza causate dall’assenza di medici del 118.
Il presidio ospedaliero di Lagonegro rappresenta un ulteriore punto critico: reparti accorpati, personale ridotto al minimo, un solo OSS costretto a far fronte a molteplici emergenze e ascensori fuori servizio da oltre un anno. Una struttura sanitaria non può continuare a operare in simili condizioni senza mettere a repentaglio la sicurezza di pazienti e operatori.
La FIALS ha chiesto chiarimenti anche sull’applicazione delle linee guida AGENAS. La Direzione continua a dichiarare di rispettarle, ma non fornisce alcuna prova concreta, alcun dato, alcuna metodologia a supporto. In un contesto emergenziale, tale opacità è inaccettabile.
Per tutte queste ragioni, la FIALS conferma lo stato di agitazione. Abbiamo chiesto un’audizione urgente presso la IV Commissione – Politica Sociale della Regione Basilicata, affinché le istituzioni competenti intervengano con determinazione.
La sanità pubblica lucana non può più permettersi zone d’ombra, assenze ingiustificate e silenzi. Serve un’assunzione piena di responsabilità. Il diritto alla salute dei cittadini e la tutela della professionalità degli operatori non sono negoziabili.
La Direzione Generale del San Carlo e la Regione Basilicata hanno ancora la possibilità di cambiare passo. Ma il tempo è scaduto.