Filcams Cgil: addetti mense Slem senza stipendio. Di seguito la nota integrale.
Sannazzaro: “Situazione insostenibile, intervenga il prefetto e l’Asp mantenga l’impegno assunto circa il pagamento diretto delle spettanze”. Di seguito la nota integrale.
“Nonostante l’impegno dell’Asp al pagamento diretto delle spettanze avanzate dai dipendenti della Slem addetti alla mensa dell’ospedale di Venosa, a oggi nulla si è mosso”. Lo rende noto il segretario generale della Filcams Cgil di Potenza, Michele Sannazzaro, che ha chiesto al prefetto di Potenza un incontro urgente per risolvere le criticità emerse. “I lavoratori – prosegue – continuano ad attendere il pagamento di ormai cinque mensilità e il pagamento del trattamento integrativo di 200 euro, con tutti i disagi che ne derivano. Ciò nonostante continuano a fornire il proprio servizio, essenziale, nel rispetto degli utenti del presidio sanitario. Una situazione che non è più tollerabile.
Si tratta – ricorda Sannazzaro – di una società che ha in affidamento diversi appalti in Basilicata, reiterando spesso lo stesso comportamento scorretto nei confronti dei propri dipendenti. È il caso, per esempio, della mensa scolastica di Senise, dove i lavoratori ancora attendono il pagamento del trattamento integrativo di 200 euro per la competenza del mese di luglio e dove in passato gli addetti si sono trovati nella stessa situazione di Venosa, avanzando diverse mensilità, così come accaduto anche alla mensa scolastica di Viggianello, i cui lavoratori attendono dicembre, gennaio e hanno maturato già febbraio, e di Rionero.
La Filcams Cgil ha già chiesto formalmente all’Asp la revoca del contratto alla Slem nell’ospedale di Venosa – aggiunge Sannazzaro – proponendo una risoluzione immediata della vertenza a favore dei lavoratori, quattro in tutto, tramite il pagamento diretto delle spettanze. Impegno di cui l’Asp si era fatto carico ufficialmente, ma di cui non abbiamo riscontro. Di fronte alla mancata risposta da parte dell’Asp – conclude il segretario – abbiamo chiesto l’intervento urgente del prefetto affinché si rispettino i diritti dei lavoratori che, malgrado tutto, stanno continuando a garantire un servizio essenziale nel presidio sanitario, a tutela dei pazienti e dell’utenza”.