Filcams Cgil e Uiltucs Uil in una nota annunciano la proclamazione dello stato di agitazione del personale addetto alla somministrazione dei pasti presso ospedale “Madonna delle grazie” di Matera. Di seguito la nota integrale
Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, le Organizzazioni Sindacali hanno ripetutamente lamentato che l’azienda LADISA, che gestisce il servizio di somministrazione pasti ai degenti presso l’Ospedale di Matera, applica in maniera spregiudicata la cassa integrazione.
In particolare, a fronte di una diminuzione dei pasti dovuta alla chiusura di alcuni reparti ospedalieri, l’azienda riconosce alle lavoratrici un numero di ore di lavoro insufficienti rispetto a quelle effettivamente necessarie a svolgere il servizio, scaricando sull’ammortizzatore sociale la restante parte dell’orario settimanale.
Tale taglio lineare, che prescinde da qualsiasi considerazione e valutazione collegata ai reali tempi di lavoro e che tiene in conto semplicemente parametri di produttività collegati a calcoli economici derivanti dal profitto generato dal contratto di appalto, è stato contestato in sede sindacale e anche nel corso di un incontro tenutosi presso la Prefettura di Matera.
L’ASM in qualità di committente è rimasta sempre silente, pur trattandosi di un proprio servizio essenziale, seppur esternalizzato.
Da ultimo, in data 5 novembre u.s., si è tenuto presso la Prefettura di Matera un incontro, nel quale si era convenuto di effettuare una verifica sui tempi di lavoro del personale in oggetto, alla presenza imprescindibile della committente (ASM).
Ad oggi non vi è stato alcun riscontro, ed ovviamente la situazione sta degenerando perché l’emergenza sanitaria ha ripreso vigore e conseguentemente si stanno ripresentando le criticità rispetto all’applicazione della cassa.
Pertanto, Filcams Cgil e Uiltucs Uil hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione delle addette e di avviare la procedura finalizzata al tentativo di conciliazione, come prevista dalla normativa sull’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.