“È del 30 ottobre la notizia di un accordo siglato tra ENI e le organizzazioni sindacali che prevede l’erogazione di un premio straordinario di 3.000 euro a tutti i dipendenti”. È quanto afferma
Francesco Iannielli segretario generale della Filctem CGIL Potenza.
“Una risposta – prosegue – alle difficoltà determinate dall’inflazione cumulata del triennio pari al 16,9% e alla conseguente perdita del potere di acquisto per i lavoratori. Una sensibilità nei confronti
dei propri dipendenti dimostrata da una grande azienda a fronte dell’importante aumento degli utili e della marginalità spinta dall’aumento dei prezzi degli idrocarburi sui mercati di riferimento negli ultimi mesi.
La stessa marginalità e per le stesse ragioni, ci viene da dire, di cui ha beneficiato anche TOTALENERGIES. Solo che l’azienda francese – sostiene Iannielli – sceglie di assumere atteggiamenti opposti. Le rispettive sensibilità non sono neppure paragonabili. Infatti TOTALENERGIES ha deciso di discriminare alcuni lavoratori non riconoscendo, solo ad alcuni di loro che pure hanno svolto attività funzionali alla fermata manutentiva straordinaria, le indennità previste dall’accordo (sottoscritto con i sindacati il 26 aprile 2023) sulla fermata iniziata a partire dal 20 maggio 2023.
E, come se non bastasse, nonostante in un verbale sottoscritto dalle parti nella stessa giornata sia previsto l’impegno da parte di TOTALENERGIES, a rivedere l’importo del premio concordato nell’accordo nel caso la fermata generale si fosse conclusa in anticipo
rispetto ai 35 giorni programmati, l’azienda ha pensato bene di rimangiarsi l’impegno preso e di non riconoscere l’incremento del premio nonostante la chiusura anticipata delle operazioni di manutenzione straordinaria.
TOTALENERGIES – conclude il segretario – ha scelto di essere indifferente rispetto all’impegno dei lavoratori che sono stati impegnati in attività ordinarie e straordinarie in un’evidente condizione di sottodimensionamento di organico per mesi. Ha scelto di perpetrare una
visione orientata al massimo profitto e al massimo sfruttamento di donne, uomini e risorse del territorio della Basilicata”.