Si è svolto in mattinata presso il Palace Hotel a Matera il decimo congresso della Uiltucs Uil. Al tavolo con il segretario provinciale Franco Coppola erano presenti anche Rocco Della Luna e Michele De Licio. L’assemblea ha riconfermato all’unanimità il segretario provinciale Filippo Viggiano. Di seguito il testo integrale della relazione della segreteria Uiltucs Uil di Matera e la fotogallery dell’assemblea.
Cari amici carissimi delegati e delegate,
Il X Congresso della Uiltucs di Materavuole essere un momento di verifica di quanto abbiamo prodotto in questi anni.
Lo apriamo in una situazione economica e finanziaria complicata, in un momento in cui bisogna focalizzare le idee e le proposte per creare una strategia per i prossimi 4 anni.
Prima di iniziare la relazione della Segreteria vorrei ringraziare quanti sono intervenuti a questo nostro appuntamento, ma soprattutto, vorrei ringraziare tutti i delegati e le delegate della UILTUCS per il contributo e la fiducia che hanno dato a tutta l’Organizzazione e a me personalmente.
Vorrei porgere un saluto particolare al Presidente della UIL Regionale Michele Delicio, al Segretario Regionale Carmine Vaccaro, al responsabile della nostra Camera sindacale territoriale Franco Coppola, al nostro Segretario Regionale della UILTUCS Rocco Della Luna, un grazie di cuore a tutti voi presenti, il mio augurio è di continuare con lo stesso impegno che mi ha contraddistinto in tutti questi anni e trasmetterlo agli amici e compagni che fanno la loro prima esperienza congressuale.
Nel Congresso precedente c’eravamo prefissati degli obbiettivi, uno di questi era quello di recuperare i circa 100 iscritti che abbiamo dovuto trasferire agli amici della UILA, in ragione del cambio di Contratto di lavoro, dal Commercio e servizi a Idraulico Forestale, dei lavoratori ex SMA ex COSIN ex GREENRIVER.
Oggi possiamo dire con soddisfazione che l’obbiettivo è stato raggiunto.
Alla data odierna abbiamo recuperato e superato i 300 iscritti, grazie anche all’amico Nicola Calia che, insieme ad un gruppo di lavoratori dell’Azienda DATACONTACT, ha avuto il coraggio di reagire e mettere fine ad un sodalizio tra UGL e DATACONTAC che durava dal lontano 2007.
Vorrei ricordare a tal proposito che DATACONTAT, pur avendo partecipato come interlocutore principale, in rappresentanza della categoria dei Call Center a livello Nazionale, alla definizione del Contratto che recepiva la direttiva del Ministro del lavoro Damiano la quale definiva, per i lavoratori impegnati in attività Imbound, le modalità di emersione da un rapporto di lavoro da co. co.co., a Contratti di lavoro a tempo Indeterminato, con adeguamento graduale, nel giro di due anni, passando dalle retribuzioni di co.co.co. alle retribuzioni previste dal Contratto Commercio Terziario e Servizi,
Al momento della sottoscrizione dell’accordo abbandonò il tavolo e non firmò il Contratto unitamente a CGIL – CISL – UIL.
DATACONTAT, per ragioni di opportunità, confezionò un accordo con la UGL, penalizzante per i lavoratori e le conseguenze negative a tutt’oggi si trascinano.
Allo stato attuale finalmente possiamo provare ad instaurare con l’azienda una nuova stagione, al fine di creare corrette relazioni sindacali tra datore di lavoro, lavoratori e le loro rappresentanze.
Tutto ciò nel pieno della crisi più grave e profonda che il paese attraversa dal lontano dopoguerra ad oggi.
Una crisi a carattere globale, strutturale, finanziaria, produttiva, sociale e politica, che ha il suo gene nel sistema finanziario e monetario e nelle scelte politiche sbagliate che hanno reso possibile la circolazione dei capitali senza nessun controllo, con la conseguenza di aver creato meno sviluppo e determinato la precarizzazione del lavoro.
La disoccupazione ha raggiunto livelli drammatici, con percentuali del 13% e di quella giovanile del 44%.
La profonda crisi che stiamo vivendo ha prodotto anche la caduta di valori etici e morali, come la legalità e la fiducia nelle istituzioni, valori che bisogna assolutamente ritrovare.
Noi come sindacato ci impegneremo in una vera ricostruzione morale ed etica al fine di eliminare vantaggi e privilegi delle tante “caste” esistenti.
Al paese serve una politica seria fatta di poche cose ma certe, come quella di diminuire le tasse sul lavoro e sulle pensioni, per immettere più risorse economiche per aumentare in termini significativi la domanda interna, di conseguenza più consumi più economia e più lavoro.
Sbloccare la stretta creditizia delle Banche, per aiutare le aziende ad investire in lavoro ricerca e innovazione, per essere più competitivi sul mercato globale.
Ridurre la spesa pubblica, da fare in termini strutturali, la riforma del titolo V per togliere soprattutto alle Regioni competenze che hanno mal gestito facendo scempio delle risorse finanziarie, la riduzione del costo della politica con la riforma del Senato, la riforma della giustizia civile e penale, la semplificazione delle modalità con cui vengono rilasciate le autorizzazioni e i permessi alle imprese che vogliono investire.
Riteniamo che facendo queste cose ci possiamo rimettere in gioco accettando le sfide dei mercati per dare risposte ai bisogni dei lavoratori e soprattutto ai giovani, al cui futuro guardiamo con preoccupazione ma con altrettanta fiducia.
E’ nel parlare di futuro il mio pensiero va ai tanti giovani a cui dobbiamo costruire un avvenire migliore così come i nostri genitori hanno fatto con noi.
E così come disse Mitterrand: “se è vero che i giovani non hanno sempre ragione, la società che li ignora e li emargina ha sempre torto”.
Oggi i giovani hanno bisogno di risultati tangibili, di azioni concrete, di un progetto vero , tanto politico quanto sindacale.
Dalla legge Treu, con i contratti co.co. co., alla legge Biagi, con i contratti di lavoro a progetto e a chiamata”, alla riforma Fornero, si è introdotta una crescente deregolamentazione del lavoro, non affiancata da adeguate tutele per i lavoratori.
Gli occupati atipici, soprattutto i giovani nati dagli anni 80 in poi sul totale degli occupati, hanno iniziato con un lavoro precario e quasi un terzo, ancora oggi è precario, mentre 4 su dieci è senza lavoro.
In questo vuoto di aspettative e di iniziative, in cui è evidente la mancanza di una visione futura di paese, il sindacato e in particolare la UIL, può è deve inserirsi, facendo leva sulla sua autonomia, valore inderogabile, sulla capacità di essere portatore di interessi e diritti primari, che trovano il loro manifesto nel nostro DNA.
Siamo convinti che si possa delineare un’ altra idea di paese e che si possano trovare le risorse e le idealità necessarie per dare respiro alla creatività, al lavoro.
Condividiamo con il Presidente del Consiglio Renzi quando sostiene che per investire sui giovani, bisogna prioritariamente investire sulla scuola, sulla università e sulla ricerca, rivalutando e non sminuendo, il ruolo educativo, formativo e sociale degli insegnanti, per dare speranza non solo a loro, ma anche a tutto il paese.
Come Sindacato, anche noi dobbiamo fare la nostra parte e programmare una nostra azione a favore dei giovani e di quei lavoratori non più giovani che perdono il posto di lavoro a seguito di cessazioni di attività, dobbiamo valutare insieme i progetti da realizzare e le nuove opportunità lavorative ed organizzative per il prossimo quadriennio.
LA BASILICATA
Siamo arrivati al punto in cui soprattutto il sindacato e non solo deve avere il coraggio di dire le cose come stanno; ci sono principi d’affermare, valori da ricostruire e rilanciare, bugie da smascherare, verità da scoprire.
Ci vuole una operazione verità che si può conseguire solo con un modo diverso di amministrare la Regione.
Questo è quello che si dovrebbe fare per invertire l’andamento negativo, che ci vede quasi ultimi nelle graduatorie nazionali, per condizioni di vita.
Si assiste sempre più rassegnati a continui spopolamenti, a comuni sempre più abbandonati dai giovani, e tuttavia si continua a non far nulla.
La Basilicata può reagire, deve reagire, per i giovani che non si vogliono arrendere, per i lavoratori che vivono nel terrore di perdere il posto di lavoro, per i tanti precari che devono costruirsi il futuro.
Tutto questo è possibile anche perché questa terra ha risorse proprie, che devono servire a far diventare la nostra Regione una Regione ricca, prosperosa e virtuosa.
Esistono tutte le condizioni per colmare questo gap negativo di una carenza infrastrutturale.
Occorre perciò un cambio di passo anche per il sindacato, da tutti auspicato, è evidente che siamo di fronte ad una crisi di progetto di governo, per cui l’operato di quest’ultimo periodo si potrebbe definire e sintetizzare “fece più male che bene, ma il bene che fece lo fece male”.
Il Terziario
Il settore del terziario è ancora immerso nella crisi, con conseguenze devastanti sul mondo del lavoro.
E’ quanto emerge dall’ analisi sul commercio, turismo e servizi e dall’ osservatorio sul terziario.
Il commercio è segnato dal calo dei consumi delle famiglie, dal livello più alto raggiunto nel 2007 a quello più basso nel 2013, consumi che si sono ridotti in termini reali del 7,8 per cento.
Una congiuntura che ha portato ad una contrazione delle vendite soprattutto nel comparto non alimentare, diminuite del 4,6 per cento, contro un calo di 3,2 dei prodotti alimentari.
Le piccole imprese stanno risentendo più delle grandi la crisi, in alcuni formati, in particolare Ipermercati, come quello di Policoro GAM, che sta attraversando un periodo particolarmente difficile, facendo ricorso alla Cassa Integrazione per riorganizzazione e alla mobilità volontaria, in molti altri casi le aziende in difficoltà fanno ricorso a GICO in deroga o a riduzione di orari.
Le dinamiche negative si sono riversate sull’occupazione.
Nell’anno il settore del commercio ha perso complessivamente 57.000 mila posti di lavoro.
Il dato apparentemente contenuto è spiegabile sia dalla maggiore diffusione del part-time, oltre ché dalla riduzione delle prestazioni straordinarie.
Le aperture Domenicali si sono rilevate un fallimento, non hanno fatto registrare aumenti sensibili di fatturato e soprattutto, incrementi dell’occupazione.
Le aperture selvagge dei negozi, nel settore del commercio che, certamente, non è servizio di pubblica utilità, hanno reso la vita delle lavoratrici e dei lavoratori sempre più difficile, sempre più in balia di orari frammentati e con l’impossibilità, di fatto, di conciliare il lavoro con la vita privata.
Pensiamo che in una situazione di crisi del nostro paese, di crisi dei consumi, in coi molte famiglie e lavoratori vivono sempre più un forte disagio, è forviante quanto inopportuno porre al centro la scelta di mantenere i negozi aperti nelle festività.
FILCAMS FISASCAT E UILTUCS confermano la necessità di cancellare il Decreto sulle liberalizzazioni e scrivere un sistema diverso di regole per il settore.
Ribadendo la necessità di affidare la materia delle aperture domenicali e festive e delle aperture commerciali alle competenze delle Regioni e dei Comuni, ricercando una loro equilibrata definizione attraverso il confronto con le parti sociali del territorio.
Non possiamo esimerci in questo contesto dal riferirvi brevemente alla trattativa per il rinnovo del contratto del Terziario, distribuzione e servizi Confcommercio che proprio in questi giorni sembra aver fatto passi in avanti, rispetto alla prima fase di studio e di attesa, che ha caratterizzato gli incontri precedenti.
Il prossimo incontro è convocato per il prossimo 5 maggio.
Non deve sfuggire la particolare circostanza, che a tale trattativa rimangono agganciati gli altri Contratti con altri interlocutori datoriali (Coop.,Confesercenti, Federdistribuzioni), pertanto sarà compito della compagine sindacale la conclusione di questi accordi e scongiurare il realizzarsi del “dumping contrattuale” nel suddetto comparto.
I SERVIZI
Diverse le dinamiche nei settori dei servizi di pulizia e della ristorazione collettiva, che avevano retto alla grave crisi del 2007.
Il trend positivo è purtroppo cambiato, nel 2010 avevamo registrato l’anno di maggiore espansione dei due settori, dal 2011 è iniziata una sensibile riduzione continuata nel 2012 e 2013, nel complesso si sono persi circa 25.000 mila posti di lavoro.
Questa situazione sta provocando un alto tasso di ricorso alla cassa integrazione nella nostra realtà, come dimostrano i casi di RR Puglia, Rosa dei Venti, Ladisa S.P.A. ecc.
Il settore della Vigilanza Privata, inteso nella sua eccezione più ampia che comprende anche alcune forme atipiche di vigilanza e di attività surrogatorie che ormai hanno assunto livelli quantitativi notevoli, sintetizzabili di 2 a 1 con la vigilanza tradizionale, è stato oggetto di radicali cambiamenti.
L’abolizione delle tariffe di legalità vigenti nel settore, unitamente alla inesistenza di qualsiasi livello di etica gestionale, da parte di qualche istituto (ma fortunatamente non tutti).
Il venir meno delle regole preesistenti ha determinato uno sviluppo di diverse condizioni di lavoro.
Tutto ciò, rende complicato anche lo sviluppo delle relazioni sindacali.
Un avvenimento importante condiziona tuttora la vita di migliaia di lavoratori, del settore della vigilanza, quello riferibile alla lunga trattativa, per il rinnovo del Contratto Nazionale di settore, che ha portato nel 2013, ad un sedicente nuovo Contratto, al quale la UILTUCS non ha inteso né intenda prendere parte.
Per spiegare la posizione espressa dalla nostra organizzazione basta la semplice lettura della dichiarazione resa dal nostro Segretario generale Bruno Boco, in concomitanza della firma apposta su tale accordo dalle altre Organizzazioni, oltre chè, ovviamente, dalle associazioni datoriali, e che di seguito – a futura memoria – trascriviamo:”Com’è possibile che il Contratto preveda un aumento di 60 euro in 7 anni e di 80 euro in 8 anni, mentre tutti gli accordi sinora rinnovati, nonostante a grave crisi economica, determinano aumenti salariali di circa 100 euro in tre anni.
Com’è possibile, poi, che l’indennità di vacanza contrattuale sia solo di 450 euro mentre ci sono numerose sentenze che stabiliscono una cifra pari a 1300 euro e 42 euro di aumento immediato al quarto livello.
Com’è possibile, inoltre, che questo accordo de mansioni migliaia di guardie giurate togliendo loro i gradi e abbassandone il livello professionale.
Com’è possibile, infine, che con questa intesa il periodo di permanenza al livello di entrata, VI livello, per un lavoratore appena assunto salga a 48 mesi, con conseguente precarizzazione del settore, dal momento che le imprese troveranno più conveniente l’assunzione a tempo determinato e disincentivante l’assunzione a tempo indeterminato”.
La concomitanza degli effetti indotti da quanto sopra, sommata alla parziale applicazione del decreto Maroni, che avrebbe dovuto riqualificare l’attività delle Imprese operanti nel settore, produce effetti assolutamente negativi sulle norme che regolano i rapporti di lavoro, con un complessivo evidente scardinamento dei diritti dei lavoratori e della loro effettiva esigibilità in ambito aziendale.
Il Turismo e sviluppo
Analizzando nello specifico il comparto del turismo, rileviamo come l’anno passato sia stato il peggiore dell’ultimo periodo, con poco lavoro, meno soldi a disposizione e incerte prospettive future.
Una realtà economica ed occupazionale così importante per la nostra Provincia di Matera e per la stessa città di Matera, con il suo patrimonio costituito dai Sassi, non può essere esclusa dalla discussione delle strategie di sviluppo.
Perciò noi riteniamo che si dovrebbe cominciare ad investire in progetti per lo sviluppo turistico al fine di dare ossigeno all’ economia e allo sviluppo locale e di conseguenza all’occupazione.
La nostra provincia negli ultimi anni è stata caratterizzata da un incremento di strutture ricettive turistiche, soprattutto nell’area Jonica Metapontina, che in gran parte sono ancora sotto utilizzate, e non solo a causa dalle avverse condizioni metereologiche e da fenomeni di erosione della costa Metapontina, ma soprattutto a causa dell’attitudine marcatamente stagionale degli operatori.
E’ necessario quindi trovare le condizioni per utilizzare queste strutture anche in altre stagioni dell’anno, con benefici positivi per tutto il territorio e di conseguenza per i lavoratori del settore che potranno lavorare per più periodi nell’arco dell’anno.
Pertanto il coinvolgimento del sindacato e in generale delle parti sociali del turismo e dei servizi non può essere episodico e limitato alle emergenze, occorre rilanciare un ruolo di confronto vero, un confronto che deve essere costruttivo e partecipativo senza pregiudizi da parte di nessuno.
Quindi, noi dobbiamo, unitamente alla Regione, nel rispetto del crescente ruolo che questa ha nel turismo, cercare di sviluppare un’azione di confronto nei vari ambiti, partendo da uno schema di protocollo di intesa tra la Regione e le Organizzazioni Sindacali e dell’associazioni turistiche, affinché gli investimenti promozionali complessivi siano di alto profilo qualitativo, ispirati alla massima efficacia.
Inoltre, una promozione coordinata può diventare un valido strumento per valorizzare, insieme al turismo anche le altre risorse economiche, in particolare l’agriturismo e l’agroalimentare, oltre che l’artigianato.
Queste sfide, troveranno la UIL e la UILTUCS sempre pronte affinché il settore del turismo, dei servizi e del terziario, affrontino questi cambiamenti nella consapevolezza che alla maggior qualità e produttività, debbano corrispondere giusti riconoscimenti economici e professionali per i lavoratori, attraverso i percorsi naturali della contrattazione.
I sistemi di appalto
Grande rilevanza assumono per la nostra Categoria le iniziative a tutti i livelli dell’organizzazione tese ad affermare alcuni principi fondamentali nella gestione dei sistemi di appalto.
Occorre perciò stabilire, con le istituzioni e le categorie datoriali, protocolli d’ intesa per iniziative che permettano di affermare i seguenti principi:
• Obbligo all’adozione nella gara di appalto del sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa, sia per appalti ad evidenza europea che per appalti sotto soglia, tale normativa deve avere valenza anche per il settore privato.
• Recepimento da parte degli appaltatori pubblici e privati del vincolo al rispetto dei contratti collettivi applicabili alla fattispecie sottoscritti dalle OOSS più rappresentative.
• Estensione delle norme previste dello statuto dei diritti dei lavoratori a tutte le tipologie di appalto sia pubblico che privato.
• Creazione di osservatori pubblici che procedano al monitoraggio e controllo degli appalti pubblici e privati.
Queste sono le condizioni che permetterebbero di dare trasparenza a tutte le realtà in appalto.
I Servizi alle persone
Il progressivo innalzamento dell’età media determinerà sempre più la necessità di dotare la società di servizi per gli anziani: una previsione, che recentemente è stata pubblicata da un periodico economico internazionale (The Economist), proietta la società italiana nel 2025 verso una popolazione che sarà composta per il 45% da ultra sessantacinquenni.
Ciò deve far riflettere su cosa si determinerà nei prossimi anni in termini di domanda ed offerta di servizi alle persone.
Il lavoro femminile nel terziario
La UILTUCS è chiamata, proprio per la specificità della sua base associativa fortemente femminilizzata, a riflettere su come il mercato del lavoro al femminile sta cambiando rispetto alle innovazioni legislative introdotte della legge 30/2003 e del decreto 276, quali possibili vantaggi per l’occupazione femminile e quali possibili rischi in termini di precarietà e impossibilità di conciliare vita privata e vita professionale.
L’Italia è il paese europeo che ha il più basso tasso di occupazione (40% rispetto alla media europea del 69,2%) a causa della scarsa occupazione femminile ed in particolare dal basso tasso di occupazione delle donne soprattutto nel Mezzogiorno.
Le donne nel terziario svolgono tutte le tipologie di lavoro, aumentano le lavoratrici part-time e i rapporti di lavoro flessibili, il 26 % di loro lavora abitualmente in orari non standard (lavoro notturno e festivo).
Rimangono ancora tuttavia, problemi all’accesso al mondo del lavoro per le donne con figli o persone anziane da accudire, diventa sempre più difficoltosa la permanenza nel mercato del lavoro dopo la nascita del primo figlio, soprattutto per la mancanza di asili nido e di scuole materne.
La contrattazione dovrà tener conto di come favorire maggiore stabilità occupazionale alle donne che lavorano nei nostri settori, sostenendo il loro sviluppo professionale e di carriera, migliorando le loro condizioni di lavoro, anche attraverso l’accesso a tipologie di rapporti di lavoro in grado di conciliare lavoro e carichi familiari.
Il ruolo delle parti contrattuali
La costituzione di FOR.TE (Fondo del Commercio, assicurazioni, credito e trasporti) , di FONTER (fondo per il commercio e servizi), di Fondo professioni (per la formazione continua dei dipendenti degli studi professionali), di Fon.coop e Fondimpresa, Fondapi, Fondartigianato, rappresentano una vera novità nel mondo della formazione professionale e realizzano, almeno parzialmente, quanto il sindacato chiede da anni, e cioè che sia data la possibilità di sviluppare l’occupabilità dei lavoratori attraverso la formazione continua a tutti i livelli.
L’iniziativa ha una grande portata innovativa poiché, la gestione della formazione professionale passa dalle strutture pubbliche ai soggetti direttamente interessati.
Gli avvisi emessi almeno dai principali fondi del settore, hanno previsto anche un importante ruolo delle parti sociali nella stipula di appositi accordi sindacali e della bilateralità nelle varie fasi di assistenza, monitoraggio e di sviluppo della formazione.
L’assenza di enti Bilaterali non ci ha consentito di essere adeguatamente attrezzati per affrontare la grave crisi che da tempo attanaglia il nostro settore.
Pertanto riteniamo che diventi improcrastinabile la costituzione di tali Enti, partendo da quello del Commercio, dove avevamo già un’ intesa di statuto.
Inoltre la UILTUCS ritiene che per garantire i minimi contrattuali nei settori a più elevato rischio di damping occorra l’esigibilità della contrattazione di secondo livello come peraltro previsto dai principali contratti di lavoro.
I VALORI E L’AUTONOMIA
In questa direzione c’é già molto su cui basarsi, i valori dell’Eguaglianza, della Solidarietà e della Libertà, che hanno guidato l’esperienza sindacale della UIL in particolare, costituiscono ancora oggi le direttrici di marcia della stessa che ha sempre saputo elaborare e sperimentare, guardando al futuro.
L’autonomia dai partiti e dal padronato è stata e deve restare uno dei tratti distintivi della UIL.
La nostra forza é data dalla nostra capacità di far politica in proprio, senza sconti e subalternità aprioristiche a governi o a forze politiche nelle quali si riconoscono molti nostri iscritti, noi dobbiamo avere la capacità di valutarne i contenuti, ed a queste condizioni si riconoscerà il tratto distintivo che rende unica la nostra UIL.
IL RUOLO DELLA UILTUCS DI MATERA
Nel nuovo contesto esiste una vasta esigenza di solidarietà… ed eguaglianza a partire dal mondo del lavoro.
Il lavoro cambia costantemente e si modifica radicalmente, ma non sparirà ed è per esso e in esso che il Sindacato ha il dovere di operare.
Tuttavia, la situazione esige una ridefinizione radicale se si intende ricoprire un ruolo all’altezza dei problemi e non essere solo elemento di regolazione.
Se analizziamo la situazione dei nostri settori scopriamo come sempre più è evidente la necessità di tutele nei settori precari, vedi cooperative, società di pulizie, assistenza alla persona, tele lavoro, call center.
Noi abbiamo sempre pensato che il nostro ruolo di tutele ai lavoratori passi attraverso le fasi di confronto e siamo convinti che un’ azienda in crisi che non investe è destinata alla fine.
COME PUO’ IL SINDACATO ATTREZZARSI AL FINE
DI DIFENDERE I LIVELLI OCCUPAZIONALI?
La risposta a questa domanda dovremmo ricercarla assieme, ma ci limiteremo qui ad elencare alcuni dei punti in cui bisogna necessariamente intervenire: – riqualificazione e qualificazione dei lavoratori;
– contrattazione dei processi di cambiamento;
– distribuzione degli orari di lavoro giornalieri;
– ma soprattutto, individuando un progetto politico primario per il cambiamento degli indirizzi strategici di questo settore.
A tal riguardo il testo unico sulla rappresentatività di recente varato, deve essere inteso come strumento per raggiungere accordi condivisi e non vanificati o messi in discussione da assurdi diritti di veto.
I SERVIZI
Riteniamo utile ancora una volta ribadire a tutti che il settore dei servizi risulta essere un ottimo traino per il proselitismo delle categorie.
Apprezziamo come rispetto al passato ci si stia muovendo verso un senso maggiore di appartenenza alla UIL, che ci consente di rafforzare la presenza sul territorio.
Siamo soddisfatti del nostro patronato per la professionalità raggiunta, riteniamo opportuno rendere più visibile il lavoro dell’ADOC in un momento dove i consumatori hanno bisogno di maggiore informazione e di maggiori tutele.
Riteniamo che il lavoro svolto dalla UIL sugli Extracomunitari, vedi badanti, settore in forte crescita, cominci a dare buoni risultati.
Il CAF ha prodotto risultati di ottimo livello.
Dobbiamo puntare su questo risultato, convinti che con un maggior senso di confederalità contribuiremo ad ottenere un maggiore afflusso di utenza.
Il RUOLO DELLA UILTUCS NELLE POLITICHE DELLA UIL
La UILTUCS di MATERA, ritiene di essere parte integrante delle politiche della UIL ed evidenzia la necessità che nell’Organizzazione, anche attraverso il percorso congressuale, si concretizzino le necessarie considerazioni sul ruolo del terziario nella società e su come le politiche confederali debbano tenere in considerazione lo sviluppo del settore, a fianco ai settori produttivi.
La crescente dimensione occupazionale del terziario richiama infatti sempre più l’attenzione sulla necessità che, anche i confronti istituzionali ai vari livelli, vedano il pieno impegno e coinvolgimento della UILTUCS..
E’ un impegno che non va sottovalutato, noi non possiamo ne vogliamo ritenerci autosufficienti.
CONCLUSIONI
Cari amici e compagni, con questa relazione abbiamo cercato, e speriamo di esserci riusciti, di guardare oltre l’attualità per disegnare il ruolo della nostra Categoria e il nostro impegno nei prossimi anni. Su questi pilastri si fonda la specificità e la progettualità di questo gruppo dirigente, che si presenta alla verifica congressuale anticipandovi che se sarò rieletto segretario mi impegnerò ha ricercare le migliori soluzioni di rinnovamento della futura Segretaria della UILTUCS di MATERA.
Fortunatamente esistono tutte le condizioni, per poterlo fare.
Noi riteniamo che non serva a nessuno, e tantomeno ai lavoratori, un Organizzazione di basso profilo, ripiegata su se stessa, in cui tutto è possibile salvo incidere veramente sui reali processi di cambiamento in corso nel Paese.
Solo attraverso il negoziato delle idee, le adesioni sui programmi, l’abolizione delle logiche di schieramento a tutti i livelli potranno far scattare tutti i meccanismi di rinnovamento, per una migliore condizione per il lavoro e lo sviluppo.
Grazie a tutti i delegati e un grazie di cuore ai componenti del Direttivo uscente per il lavoro svolto.
VIVA il lavoro VIVA la UIL
Matera 29 aprile 2014
Filippo Viggiano