’avvio ad Acerenza della produzione di un film per noi è motivo di doppia soddisfazione: il centro dell’Alto Bradano conferma di essere una straordinaria location cinematografica grazie alle sue risorse ambientali, storico-monumentali, artistiche e culturali; la storia raccontata nel film è una storia di emigrazione e di riscatto come quella di tanti cittadini di Acerenza e degli altri 130 comuni lucani che si sono trasferiti all’estero per costruirsi un proprio futuro e ci sono riusciti”. E’ il commento di Giovanni Baldantoni, presidente di Palazzo Italia-Bucarest e dell’Associazione Lucani nei Balcani, ricordando che a Bucarest è da tempo attivo, in collaborazione con il sindaco di Acerenza, Fernando Scattone, il “Desk Acerenza”, strumento per promuovere il Borgo Attrattore che deve essere una destinazione turistica , favorendo inoltre la promozione delle tipicità storiche, culturali ,produttive che mediante l’ufficio di Bucarest proiettato nei Balcani ha tutte le carte in regola per internazionalizzarsi . L’iniziativa di Palazzo Italia coinvolge oltre Acerenza, per ora Sant’Angelo Le Fratte, Vietri di Potenza, Picerno ma contatti sono in corso per coinvolgerne altri comuni. Il nostro obiettivo – precisa Baldantoni – non è certo quello di alimentare nuova emigrazione quanto piuttosto di aiutare piccole e medie imprese lucane ad esportare e ad entrare nei mercati esteri oltre a far conoscere tutte le opportunità e quindi anche quelle della produzione di film che offrono i nostri comuni.
Quanto alla storia “Alla ricerca di Marco” scritta dall’acheruntino Kenneth Canio Cancellara, diventato esponente di spicco della comunità dei lucani in Canada, secondo Baldantoni è una nuova testimonianza che l’emigrazione dei nostri corregionali come degli italiani in genere non è solo un fenomeno di disagi, difficoltà, sacrifici ma anche di successi personali, professionali ed imprenditoriali. Il nostro lavoro è rivolto a valorizzare queste esperienze di lucani diventati negli anni di vita e lavoro all’estero uomini-donne di successo, a metterli in rete per mettere la loro esperienza al servizio delle comunità. Vogliamo che tanti “testimonial della lucanità” possano promuovere il “made in Basilicata” nei rispettivi paesi dove svolgono le loro attività e quindi accrescere l’export delle nostre produzioni e l’afflusso di turisti. Sono d’accordo con il sindaco di Acerenza Scattone: la coproduzione italo-canadese può diventare un incoraggiamento per i nostri giovani a credere di più nel proprio paese di origine.