Il piano del Governo per le stabilizzazioni, che partirà dal primo gennaio in tutti gli enti pubblici, nazionali e locali, e che interesserà almeno 50mila precari “storici” della Pa, all’interno di una platea che al netto di scuola e forze armate conta almeno 150mila titolari di contratti flessibili, va accompagnato da altre misure e da altri provvedimenti per non lasciare soli al proprio destino altre centinaia di migliaia di lavoratori specie nei settori commercio, turismo e servizi e soprattutto giovani che solo adesso conoscono il lavoro (precario). Lo ha detto il segretario nazionale della Uiltcus Gabriele Fiorino intervenendo a Potenza ad un seminario di delegati sindacali.
Intanto – ha aggiunto – le opportunità offerte per i lavoratori precari della Pa attraverso l’utilizzo da parte degli enti dei fondi per il turn-over e per i lavori flessibili rischiano di creare precari di serie A, quelli più garantiti, e precari di serie B, quelli meno garantiti che, guarda caso, sono tutti nel privato.
Purtroppo da troppo tempo – ha continuato – l´aumento di occupati riguarda i contratti a tempo e, spesso, si tratta di lavoretti: tanti giovani impiegati per esempio ai call center o nella ristorazione per pochi euro al giorno. Non è buona occupazione. Dal rapporto Inps emergono conferme e preoccupazioni: la lieve crescita del Pil, peraltro contradditoria e differenziata territorialmente, si riversa in maniera fragile sull’occupazione. Due, in particolare, le criticità: l’ancora troppo alta propensione delle imprese nel non rischiare preferendo, tendenzialmente, i contratti a termine oltre il normale e fisiologico utilizzo e, purtroppo, il minor salario medio per questi lavoratori a termine.
E’ maturo, a nostro avviso, un intervento che riporti il lavoro a tempo determinato nell’alveo dell’eccezionalità e ciò può essere sostenuto sia cambiando la norma (oggi troppo estesa e facile per le imprese) sia aumentandone il costo per renderlo meno concorrenziale, con il contratto stabile e con l’apprendistato. La legge di Bilancio dà qualche spinta attraverso gli incentivi, ma temiamo non basti. Il Governo, il Parlamento, la politica devono fare di più scoraggiando in primo luogo il licenziamento facile troppo diffuso e recuperando il terreno perduto specie in tema di diritti contrattuali per i lavoratori di commercio, turismo e servizi.
Il seminario – promosso dalla Uiltucs per dare seguito al Meeting del delegato Uil del mese di ottobre scorso – è stato dedicato ai temi della contrattazione aziendale e collettiva, della rappresentanza, delle normative di lavoro. Un’ occasione – hanno sottolineato i dirigenti lucani della Uiltucs – di aggiornamento sulla “cassetta degli attrezzi” del fare sindacato oggi ovvero i temi della comunicazione interna ed esterna, le modalità, lo stile e le caratteristiche della negoziazione, gli spazi e l’iniziativa della contrattazione nell’ambito dei cambiamenti derivanti dalle nuove dinamiche contrattuali, a partire dalle criticità e dalle opportunità che si aprono nel Mezzogiorno e negli ambiti ed esperienze della contrattazione di settore.E inoltre un’occasione per allargare lo sguardo oltre la fabbrica ed i luoghi di lavoro per approcciare i temi dell’evoluzione del mercato e dei rapporti di lavoro, come si disegnano i sistemi di politiche attive dopo le recenti innovazioni normative e quali prospettive si aprono per impiantare nuove politiche di sviluppo locale oltre che come si profilano nuovi sistemi di welfare e di previdenza.
Saper fare contrattazione – è stato sottolineato – significa anche saper leggere e interpretare le strategie organizzative di impresa e i loro possibili effetti sulle condizioni di lavoro; conoscere e analizzare buone pratiche; elaborare proposte rispetto ai nuovi contenuti e processi della contrattazione decentrata alla luce delle opportunità aperte dai recenti accordi quadro sul nuovo modello di relazioni industriali, ampliare lo sguardo ai collegamenti con i temi del mercato del lavoro.Il sindacato deve anche cogliere i principali fenomeni di cambiamento della società italiana, le attese dei giovani davanti alle nuove sfide professionali e d’impresa, le trasformazioni nelle dinamiche nei rapporti di lavoro, fino a toccare i temi dell’innovazione nei sistemi di welfare, nell’assistenza e nella previdenza come dal lato delle politiche attive e passive.