Flag Coast to Coast: “La pesca del novellame minaccia o opportunità per le coste lucane? Dalla Calabria un’idea anche per la Basilicata”.Di seguito la nota integrale.
Frequente è la notizia che nei nostri mari, a breve distanza dalla costa, venga rilevata la presenza di imbarcazioni non autorizzate che operano pesca di novellame; ed é altrettanto frequente che gli organi di controllo sequestrino ingenti quantitativi di specie giovanili, delle quali non è consentita la cattura.
Si tratta di pratiche di pesca illegali che rappresentano una minaccia per gli habitat marini, per la disponibilità di stock ittici e soprattutto per la piccola pesca artigianale costiera che oltre a vedere depauperate le risorse, subisce spesso danni alle attrezzature.
Da tali pratiche sono interessate anche le coste della Basilicata ed in particolare quella ionica.
Per quale ragione si vedono quindi operare imbarcazioni sulla costa dedite alla pesca del novellame?
Presto detto, la Regione Calabria intende predisporre due proposte di Piano di gestione per la pesca della “Sardella” (novellame della specie Sardina pilchardus), una nell’ambito della GSA10 e l’altra nell’ambito della GSA19, da sottoporre all’esame della Commissione Europea, finalizzate ad ottenere una deroga comunitaria per tale tipologia di pesca, vietata dal 2010.
Il piano a cui tende la vicina Regione prevede infatti la realizzazione di una campagna di pesca sperimentale con la sciabica, di durata biennale, al fine di verificare i tempi, i luoghi e le modalità di pesca e per acquisire ulteriori dati sulla composizione in specie del pescato e sulla struttura demografica dei giovanili. Il pescato di tale campagna sperimentale non è destinato al mercato essendo utilizzato esclusivamente a scopo di ricerca scientifica.
Le stesse attività sono consentite a pochissime imbarcazioni idonee e autorizzate dal Ministero alla pesca del novellame e ad utilizzare gli attrezzi sciabica da natante, rete a circuizione senza chiusura. Il dato che emerge é dunque la necessità di regolamentare e gestire l’attività di pesca e le risorse alieutiche affinché non arrechi danni né agli habitat né ai pescatori.
La pesca del novellame, è una pratica antica per le coste lucane che veniva effettuata nel brevissimo periodo da gennaio a marzo, che ha garantito il sostentamento di intere famiglie di pescatori. Purtroppo, una cattiva gestione della risorsa, accompagnata da pratiche insostenibili ha determinato la riduzione nel tempo delle disponibilità degli stock ittici e il conseguente divieto.
In questo scenario, il Flag vuole intervenire per sviluppare nuove attività volte, da una parte, a realizzare un “corpo marittimo”, le cosiddette Sentinelle del Mare, per facilitare, anche in accordo con la Guardia Costiera, le attività di sorveglianza e di tutela degli habitat marini, dall’altra, favorire, insiemealla Regione Basilicata, un intervento condiviso tra tutti gli attori e gli operatori locali di un Piano di Gestione lucano, in mododadare un segnale alle locali marinerie e seguire l’esempio della Calabria, così da valorizzare le competenze della flotta lucana costituita da imprese di pesca, anche organizzate in forma cooperativa ed associativa, in possesso dei requisiti per le attività di cui sopra, favorendo lo sviluppo di sinergie fra tutte le parti interessate.
Un buon punto di partenza sarebbe rappresentato proprio dai risultati della campagna sperimentale condotta dalla Regione Calabria, le cui imbarcazioni autorizzate operano ampiamente nelle acque costiere della Basilicata Ionica.
Una opportunità da non perdere per la tutela degli ambiti costieri e per il futuro di un comparto, quello ittico, che vede legate le sue opportunità di futuro alla qualità degli ecosistemi marini e alla gestione sostenibile delle risorse.