“Accelerare l’attività di programmazione ed esecuzione dei lavori di bonifica delle aree industriali della Valbasento e di Tito, attraverso l’impiego dei 42 milioni di euro disponibili, deve diventare una priorità della nuova giunta regionale rispondendo efficacemente alle continue sollecitazioni che vedono da tempo in prima fila i Consigli Comunali di Pisticci e Tito, protagonisti tra l’altro della costituzione della “Rete dei Comuni per la bonifica dei Siti di Interesse Nazionale”, le comunità locali, le associazioni ambientaliste e i comitati popolari”. E’ quanto sostiene Rossana Florio, dirigente regionale di Centro Democratico e consigliere comunale a Pisticci.
Nel ricordare che nel mese di luglio scorso la Regione Basilicata ha istituito una Cabina di regia interistituzionale, allargando la partecipazione agli enti locali interessati, per il coordinamento e la verifica delle attività di bonifica che fa seguito alla sottoscrizione dell’Accordo di Programma quadro, siglata lo scorso 19 giugno a Roma dalla Regione Basilicata, dal Ministero dello Sviluppo economico e dal Ministero dell’Ambiente, Florio aggiunge che “diventa urgente riconvocare l’organismo per fare il punto della situazione e quindi per capire come superare gli ostacoli esistenti, garantire l’esecuzione degli interventi previsti dall’accordo e il rispetto del cronoprogramma fissato introducendo ulteriori semplificazioni nelle complesse procedure amministrative e tecniche riferite all’approvazione degli stessi interventi. La Cabina di regia – evidenzia la dirigente del CD – avrebbe dovuto predisporre entro il 30 settembre scorso il primo rapporto sulle attività svolte al fine di promuovere strategie comportamentali e informative che puntino verso l’uso corretto delle risorse finanziarie statali e comunitarie. Non si deve perciò perdere altro tempo perché il piano di bonifica è l’occasione irripetibile per liberarsi della presenza di amianto in tutti e due i nuclei industriali e per favorire i progetti di green economy e di produzione di energie alternative”.
Per Florio “c’è dunque una partita ancora aperta con l’Eni che il piano di bonifica della Vabasento non ha chiuso. Non va dimenticato o sottovalutato che l’Eni è arrivata nel ’60 proprio in Val Basento, con la Pozzi a Ferrandina e con l’Anic a Pisticci, hanno dato, sì, punte di manodopera sino a 5 mila unità, ma quello che resta adesso non sono altro che ‘sepolcri’ di una industrializzazione fallita ed è veramente difficile definirli diversamente. Quindi se il primo obiettivo per la Val Basento è la pulizia di quel territorio, l’Eni non può pensare di lavarsene le mani o di disinteressarsi alle sorti future dell’area industriale della provincia di Matera. Di qui l’esigenza che nel confronto che la nuova Giunta Regionale riprenderà con l’Eni su tutte le questioni legate al petrolio – conclude – ci sia anche un impegno diretto per la Valbasento”.