Fondi Feasr 2021-2022, Cia-agricoltori: “Dopo riparto e il fondo compensativo per le regione del sud del Feasr rilevare la qualità della spesa e degli investimenti”. Di seguito la nota integrale.
La soluzione annunciata dal ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli per porre rimedio al metodo di riparto dei fondi Feasr per il 2021 che avrebbe penalizzato le Regioni del Sud, così come hanno sostenuto gli assessori regionali all’Agricoltura delle stesse Regioni, tra i quali Fanelli per la Basilicata, incalzando il Ministro per una revisione, pone fine ad una palese ed incomprensibile situazione di penalizzazione dell’agricoltura meridionale che di fatti avrebbe stravolto i contenuti, le finalità e gli obiettivi sanciti nel regolamento comunitario per la transizione n. 2020/20 per gli anni 2021/2022.
E’ il commento di Cia-Agricoltori Potenza e Matera che richiama l’importante novità riferita alla proposta di costituire un fondo dioltre 90 milioni di euro per quelle Regioni del Sud che con il cosiddetto “criterio di riparto basato sui nuovi parametri” avrebbero registrato un taglio consistente sulle risorse contenute nel FEASR investimenti.
Salutiamo con grande favore quanto sostenuto dal Ministero che per il periodo di transizione 2021/2022 propone di adottare un sistema di riparto che prevede per il 2021 per il 90% delle risorse con (criterio storico) e il 10% (nuovi parametri) mentre per il 2022 la quota stanziata prevede un riparto pari al 70% con “criterio storico” e il 30% con i nuovi parametri, prevedendo un fondo compensativo dioltre 90 Milioni di € per le Regioni interessate dalla riduzione delle somme assentite per gli anni 2021/22.
Si tratta ora di destinaresecondo modalità efficaci e coerenti le risorse e – evidenzia Cia-Agricoltori – prevedendo nella fase di transizione 2021/22 un’incisiva organizzazione degli interventi,indirizzando risorse e progetti verso iniziative che devono preparare adeguatamente il settore alle nuove sfide, elevando la capacità competitiva delle aziende, rafforzando i comparti produttivi, filiere e trasformazione di prodotti, prevedendo intereventi sia sul versante degli areali intensivi che un grande piano per le produzioni e gli areali estensivi, senza trascurare e ripensare ad un piano per il no-food e la chimica verde e le agro-energie.
Importante nella logica delle produzioni bio-sostenibili favorire e sostenere misure perl’aggregazione, il rafforzamento delle filiere, attivare certificazione e tracciabilità, creare un marchio unico della qualità lucana legando le produzioni al territorio, per esaltare unicità e distintività delle stesse, con uno sguardo attento alle regole previste nell’ambito della programmazione 2023/27 che devono specularmente essere posizionate all’interno delle macro opzioni previsti dal PNRR, che sono racchiuse nella parola magica della sostenibilità e che si dovranno concretizzare con iniziative e progetti connessi alla transizioni ecologica, a quella digitale, quella energetica, che per il comparto agricolo devono integrarsi con la grande sfida del New green deal, del FARM2FORK, con glieco-schema che tradotti in cose concrete significa produzioni alimentari sicure, ambiente salubre, uso razionale delle risorse naturali, senza trascurare la centralità che può e deve svolgere il settore primario e le misure dello sviluppo rurale sul versante della coesione e del crescita e il riscatto delle aree rurali a partire da quelle interne e montane per un reale riequilibrio socio-territoriale e una diffusa crescita economica produttiva nel paese.
E’ importante pensare alla programmazione FEASR 23/27 puntando sulle macro opzioni previste dalla U.E. e dai relativi Stati membri che saranno chiamati come in Italia ad effettuare riparti dellerisorse d’intesa con le Regioni previste nel PNRR procedendo a posizionare le risorse dei Fondi ordinari a partire dal FEASR in una logica integrata e complementare con le risorse previste nel
PNRR, nella programmazione 2021/27 della Basilicata anche con quelle aggiuntive rivenienti dalle compensazioni per le attività estrazione e dalle risorse ambientali a partire dell’acqua.
La Cia rilancia le 10 proposte previste nel documento della “Basilicata che vogliamo” che richiede una fase di confronto progettuale con tutti gli attori della Comunità lucana, Istituzioni a ogni livello, imprenditoria e mondo della produzione, rappresentanze sociale e sindacali, mondo della conoscenza e dei saperi, per riempire di contenuti concreti il redigendo piano strategico di crescita e sviluppo della Basilicata.
Questo con la consapevolezza chiara delle nuove sfide che l’emergenza pandemica ha prodotto, ma anche con la certezza che l’agricoltura debba giocare da protagonista attiva verso il rilancio dei territori e, più in generale, del sistema Paese.
Ci aspetta una fase intensa e sfide programmatiche e progettuali importanti, noi volgiamo dare un contributo concreto su tutto e su ogni segmento che rafforza economi, produzioni e territori, a tal fine proponiamo un primo banco di prova che riguarda quello di avviare cosi come prevede la Missione 2 del PNRR “rivoluzione verde e transizione ecologica” che prevede la nascita di 30 progetti sperimentali riconducibile alla nascita delle “green communities”, strumento che risponde a molte delle caratteristiche di contesto rurale e demografico della Basilicata.
Inoltre – conclude la nota – è bene lavorare da subito per individuare nuovi criteri dal 2023 che tengano conto delle esigenze di tutti i territori e dell’economia agricola nazionale anche per effetto della definizione del piano strategico agricolo nazionale e le relative misure trasversali che aprono alla sfida della sostenibilità e dell’innovazione per il tramite delle produzioni sicuri e bio-compatibili.