Fondi UE, Uil: allarme per ritardo impiego e programmazione risorse
“Vogliamo lanciare un allarme: c’è un ritardo nella definizione di uno schema di programma chiaro, unitario e convincente per l’impiego delle notevoli risorse europee rivenienti sia dai residui della precedente programmazione 2007-2013 , circa 400 milioni di euro e sia dai fondi 2014-2020, circa 2milioni di euro”: è quanto sostiene il segretario regionale della Uil lucana Carmine Vaccaro per il quale lo slittamento della sessione comunitaria del Consiglio Regionale è solo una conferma di quanto il Premier Renzi ha detto a Napoli: “se l’Italia non ce la fa a spendere i fondi europei non è colpa dell’Europa ma dell’Italia, che non ha speso bene”. Con in più – aggiunge – la minaccia di Renzi di “sostituire” le Regioni del Sud che non sono in grado di programmare le ingenti risorse comunitarie. C’è una piega incresciosa degli eventi che – continua il segretario della Uil – si percepisce nei ‘tavoli di confronto’ con la Giunta regionale sui temi del mercato del lavoro e sulle questioni di ‘garanzia giovani’ e dell’agenda digitale. Si procede settore per settore, pezzo per pezzo,ufficio per ufficio, senza quel necessario e decisivo coordinamento di un unico programma strategico della Regione, mediante cui armonizzare ed integrare il potenziale significativo delle risorse europee. Così non si va da nessuna parte. La stessa nomina riferita al dott. Elio Manti, con delega alla Programmazione, non risponde alla logica in cui è maturata perché i fondi sono ancora gestiti ed affidati a diversi Dipartimenti senza quindi alcuna sinergia di coordinamento. Tutto ciò mentre cresce l’emergenza sociale di chi perde il lavoro, di chi non ha lavoro, dei giovani e delle donne che non hanno una opportunità di impiego. Cresce l’esigenza di un nuovo sviluppo della regione nel tempo della crisi”.
Per Vaccaro “la Regione deve accelerare la definizione di una proposta forte e discontinua. Diversamente il rischio è che in assenza di una pianificazione ben concepita il nuovo programma di impiego dei fondi europei finirà per ricalcare il precedente. Un modello fallimentare che di risultati non ne ha portati:l’evidenza è che la Regione di fatto ha segnato un passo indietro, con il ritorno della Basilicata nell’ex Obiettivo 1. E’ indispensabile che il Governo regionale definisca un Documento strategico. Dopo il recente Accordo di Partenariato nazionale non c’è tempo da perdere. Ci sono poche settimane per decidere. Ma per decidere bene si individui il ‘dove si vuole andare’ e di conseguenza il ‘che cosa e come si vuole fare’, anche costituendo un’unica struttura in partnership con le forze sociali e produttive e del mondo associativo che raccordi gli interventi e le risorse da impiegare . Occorre una strategia che combini l’utilizzo delle risorse 2007-2013 con quelle 2014-2020 ed è indispensabile che la Regione costruisca un unico programma operativo regionale plurifondo per il periodo 2014-2020, facendo convergere le risorse FSE, FESR, FEASR, FEAP e Fondo di coesione e sviluppo regionale. I punti su cui noi non siamo disposti ad arretrare nemmeno di un centimetro : finanziare interventi, oltre che per i giovani, anche per i disoccupati/ inoccupati di età maggiore di 29 anni, per i lavoratori anziani (over 55) e per le donne; programmare e sostenere interventi sui servizi per l’impiego, in modo da mettere in grado il sistema di erogare effettive politiche attive ed anche appropriate misure per l’inclusione; superare la proliferazione di programmi operativi sia nazionali, sia regionali che rischia di produrre sovrapposizioni e duplicazioni di interventi tra PON e POR e corroborare le politiche di rilancio produttivo importante nei settori manifatturiero ed agro-industriali, favorendo processi di filiera corta con la promozione di marchi d’identificazione qualitativa dei prodotti per il riconoscimento qualitativo e commerciale; definire interventi di respiro meridionale sulle reti per completare e qualificare le infrastrutture principali e secondarie, sia per la dorsale ionico-adriatica che per quella interna e del versante tirrenica.
Esprimiamo una sollecitazione intensa , forte a fare presto e bene e siamo convinti ed ispirati dalle nostre piattaforme , trasferite unitariamente con Cgil e Cisl nel Piano del lavoro. Attendiamo che chi deve decidere , scegliere ed orientare, decida e si confronti con nettezza sulle cose da fare, senza indugi e frammentazione. Da tempo la Regione ha un deficit di pianificazione, un ritardo che la penalizza e non depone per un uso indirizzato e produttivo di effetti delle risorse disponibili. Siamo preoccupati perché un diverso ed antico modo di impiegare i Fondi Ue non può che consolidare il declino della regione ,che ha bisogno di un forte coerente e corposo progetto di un suo nuovo sviluppo, mobilitando, senza dispersione in mille rivoli, le risorse provenienti dall’esterno e dall’interno ,in primis quelle energetiche. Se così sara’ noi – conclude Vaccaro – saremo dalla parte di chi disapprova. Ma confidiamo ancora che si scelga la via della programmazione”.
Nicola Benedetto, candidato di Scelta Europea: raccogliere allarme Uil su ritardi impiego e programmazione fondi UE.
“L’allarme lanciato oggi dal segretario regionale della UIL Vaccaro sui ritardi accumulati nella definizione di uno schema di programma per l’impiego delle notevoli risorse europee rivenienti sia dai residui della precedente programmazione 2007-2013 , che ammontano secondo dati del sindacato a circa 400 milioni di euro, sia dai fondi 2014-2020, non va preso sotto gamba. Nè è pensabile il ricorso ad una rimodulazione ragionieristica dei fondi non ancora impegnati e/o spesi”. Lo ha detto Nicola Benedetto, candidato di Scelta Europea, in un incontro elettorale a Genzano. “Per restare alle cifre, questa volta di fonte degli organismi di controllo Ue, la Regione Basilicata entro dicembre 2015 deve spendere 643,3 milioni di euro se non vuole restituire a Bruxelles il contributo comunitario. Inoltre, per il ciclo 2014-2020 la nostra Regione ha una dotazione di 2,4 miliardi di euro. Quasi 1800 milioni saranno gestiti direttamente dalla Regione, i rimanenti 600 milioni dal Governo e fino al 2020 la Basilicata avrà circa 3 miliardi di euro da spendere per le politiche di sviluppo”. “Per questa ragione l’idea di un coordinamento centrale per la loro gestione, così come viene formulata dal Presidente del Consiglio Renzi – ha continuato – merita un approfondimento con l’obiettivo innanzitutto di velocizzare la spesa e correggere le storture del Titolo V della Costituzione. Però in occasione della programmazione del prossimo sessennio dobbiamo dimostrare, prioritariamente, che non è inevitabile impiegare i fondi Ue solo per coprire la spesa corrente e non quella per investimenti. Non so se si tratti, come pure qualcuno ritiene, di una sorta di ultima prova per le Regioni del Sud come la nostra. Quello che è certo è che per costruire reali condizioni ed opportunità di sviluppo e di nuova occupazione dobbiamo evitare gli errori commessi sinora ad iniziare da quelli della polverizzazione delle misure e dei bandi e degli sprechi. Come? Intanto attraverso un nuovo metodo di programmazione interdipartimentale e superando la logica dei compartimenti-stagno che ha visto, ad esempio, misure e bandi di diversi Dipartimenti in materie e settori simili, istituendo dunque un unico programma operativo regionale plurifondo per il sessennio 2014-2020. E poi la concertazione con le parti sociali e i Comuni – ha sottolineato Benedetto – non deve ridursi ai soliti rituali di tavoli in Regione ai quali presentarsi, come Giunta Regionale, con documenti che non possono essere modificati. Il partenariato sociale e delle autonomie locali è tutta un’altra cosa”.