Il riordino della forestazione, pur tra molte difficoltà e resistenze, va portato a regime nel più breve tempo possibile per dare serenità ai lavoratori e rendere più efficiente un settore nevralgico per le aree interne della regione”. Lo ha detto il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo, a margine della conferenza stampa sul tema che si è tenuta questa mattina in Regione. Per il sindacalista “il primo anno di attuazione della nuova governance ha evidenziato molte luci e qualche ombra. Aver ridotto da 18 a uno gli enti di riferimento del comparto – ha aggiunto – è stato un notevole passo in avanti dopo anni segnati da incertezze, problemi e criticità a seguito della frettolosa scelta di disarticolare la governance storica del settore imperniata sulle comunità montane; scelta dimostratasi alla lunga sbagliata e controproducente. Oggi, a distanza di un anno dall’affidamento di tutti i progetti forestali al consorzio unico di bonifica, possiamo dire che sono state create le premesse istituzionali per fare delle risorse forestali una grande opportunità di sviluppo e allo stesso tempo riconoscere il giusto valore al lavoro forestale, ma c’è ancora molto da fare per rendere più razionale e tempestiva la gestione dei cantieri e più puntuali i pagamenti”.
Cavallo ha poi ricordato che con oltre 4 mila addetti “la forestazione è un’industria dalle dimensioni considerevoli che impatta in maniera sensibile sul reddito delle famiglie e rappresenta uno dei pochi ambiti in grado di frenare i processi di spopolamento che interessano la nostra regione”. Proprio la decrescita demografica è per il segretario della Fai Cisl “un tema sfidante sul quale si gioca il futuro della Basilicata se consideriamo che nel giro di quarant’anni rischiamo di quasi dimezzare la nostra popolazione residente”. Per il sindacalista della Cisl “in questo scenario demografico il comparto forestale riveste un’importanza strategica, non solo in materia di tutela ambientale, difesa del suolo, prevenzione antincendio, tutela della biodiversità, ma anche come volano in grado di assicurare opportunità di lavoro e reddito e trattenere la presenza dell’uomo su un territorio fragile e a forte rischio di spopolamento”. Cavallo ha infine rimarcato la necessità di “sperimentare nuove forme di cooperazione tra pubblico e privato ma chiarendo ciò che è pubblico, ovvero la funzione protettiva del territorio e del patrimonio forestale, e ciò che è privato, ovvero la valorizzazione economica delle risorse boschive. La forestazione produttiva non può che nascere da questa cooperazione”, ha concluso il segretario della Fai Cisl.