I sindacati FP CGIL, CISL FP, UIL FPL e FSI hanno scritto al presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, per ribadire con forza la necessità improcrastinabile di attuare il cambio di rotta nelle procedure di nomina del vertice dell’ARPAB. Negli anni la nomina del direttore di fatto è stata un processo del tutto svincolato dal fondamentale criterio delle competenze ed esperienze in campo ambientale; viceversa è prevalso l’esclusivo criterio della militanza politica e dei legami ai dirigenti di partito.
È del tutto evidente che questa logica, come esemplificato chiaramente dalla vicenda che ha visto coinvolto il direttore Tisci, apporta nocumento a tutti, in primo luogo ai cittadini Lucani, ai quali va garantita la dovuta sicurezza e credibilità alla guida del massimo ente regionale preposto alla tutela dell’ambiente, con la presenza di un vertice con indiscussa e comprovata esperienza in campo ambientale (requisito richiesto, peraltro, dalla L. 132 del 2016 di istituzione del SNPA).
Attualmente l’agenzia versa in uno stato di caos organizzativo e cattivo utilizzo di risorse umane e, di concerto, di risorse economiche pubbliche dovuto essenzialmente al perpetuarsi di atti e procedure, protocolli, leggi che poco hanno a che fare con il corretto agire amministrativo.
Ribadiamo la vicenda del regolamento organizzativo applicato impropriamente perché non sottoposto al controllo di legittimità da parte della Regione Basilicata, così come previsto all’art. 15 comma 6 della LR 1/2020 che richiama gli articoli 17 e 18 della legge regionale 14 luglio 2006, n. 11 (Riforma e riordino degli enti ed organismi subregionali).
Da non trascurare le inadempienze nell’ applicazione degli istituti contrattuali e nelle procedure concorsuali per la nomina di dirigenti e direttore tecnico scientifico inspiegabilmente congelate, nonostante le gravi carenze in organico.
L’agenzia rischia il collasso organizzativo, mettendo a rischio attività prioritarie di controllo e analisi su matrici ambientali a causa della totale assenza di una visione strategica apicale condivisa con le strutture interne ed esterne. Semplicemente si naviga a vista e non è esagerato affermare che la barca non affonda per il buon senso e l’attaccamento al lavoro dei lavoratori che cercano di adoprarsi applicando procedure consuetudinarie al fine di garantire almeno i servizi minimi.
Chiediamo a gran voce che questa non si trasformi nell’ennesima occasione sprecata. Insieme ai lavoratori siamo pronti a sostenere una battaglia, con qualsiasi mezzo, pur di conservare la dignità, quella dignità che è stata troppo spesso e facilmente calpestata, vittima di bagarre politiche che hanno alzato polveroni mediatici e che niente hanno a che vedere con la realtà in cui si trovano a operare.