La Fp Cgil e la Cisl Fp, considerato il protrarsi delle criticità sulla stabilizzazione dei precari Covid del sistema sanitario regionale, che a oggi non hanno registrato, nei fatti, alcun passo in avanti, con i contratti di diversi lavoratori ancora una volta in scadenza senza che vi siano prospettive reali all’orizzonte, chiedono di essere auditi in IV commissione del Consiglio regionale della Basilicata.
Nonostante i numerosi solleciti alla Regione, in cui chiedevamo la convocazione di un tavolo regionale urgente sulla stabilizzazione dei precari Covid, sottolineando le gravi criticità e l’esigenza di riconvocare le organizzazioni sindacali dopo l’incontro del 4 aprile che si era chiuso con l’intesa di una riconvocazione a stretto giro, a oggi siamo ancora in attesa di sentir battere un colpo.
Avevamo chiesto alla Regione una verifica sui fondi per accertare l’utilizzo di tutte le risorse che le norme ci consentono per le assunzioni di personale e anche per il 2021 e 2022 l’incremento annuale del fondo sanitario del 10%, come da possibilità dettata dalla legge di Bilancio 2022 e come già fatto dalla Regione Basilicata per le annualità 2019 e 2020. Avevamo chiesto l’ulteriore incremento del 5%, la cui condizione è subordinata all’adozione di una metodologia per la determinazione del fabbisogno di personale per gli enti del sistema sanitario nazionale allo scopo di fruire di ulteriore facoltà assunzionale, nonché di verificare l’utilizzo delle somme previste dalla legge 234 del 2021 che, come da ripartizione del decreto, stanzia per la Basilicata 909mila euro per il 2022, 1,5 milioni per il 2023 e 3,8 milioni per il 2024.
Avevamo ribadito anche la volontà dell’intercambiabilità delle graduatorie, ponendo alcuni nodi rispetto alle linee guida regionali sulle stabilizzazioni che vanno precisati: in che modo possono essere utilizzate da aziende come Crob e Asm, che hanno interamente utilizzato le loro graduatorie e dato disponibilità ad utilizzare quelle di Asp e ospedale San Carlo, per coprire i posti dei propri piani dei fabbisogni? Con quale ordine di priorità?
Anche alla luce di quanto stabilito dalla delibera di giunta regionale 53 del 2021 che dettava gli atti di indirizzo alle aziende uniche regionali, disattesa anzitutto nelle tempistiche, con assoluta inosservanza del cronoprogramma in essa contenuto volto al “raggiungimento degli obiettivi assunzionali programmati e il rafforzamento, in progress, del sistema sanitario regionale”, avevamo chiesto di verificare le quote riservate alle assunzioni da concorso e quelle alle altre procedure di reclutamento, chiedendo altresì un temporaneo abbassamento temporaneo della quota riservata alla mobilità volontaria. A un mese e mezzo dall’incontro, nonostante i numerosi solleciti rimasti lettera morta, pare non si sia mossa foglia e la precarietà e l’incertezza continua a pesare su questi lavoratori e sul servizio sanitario regionale.
Ancora una volta ci troviamo a una manciata di giorni dalla scadenza di numerosi contratti di precari senza che si conosca il destino di questi lavoratori, contratti che, tra l’altro, hanno visto un rinnovo breve in attesadi valutazioni anche alla luce della riconversione di alcune attività per gli ospedali di comunità. Ciò avrebbe potuto portare a una rimodulazione del piano dei fabbisogni, con un conseguente incremento dei posti disponibili. Il tempo ormai è scaduto.
A oggi permane lo stato di agitazione che avevamo proclamato e siamo pronti a scendere nuovamente in presidio affianco a questi operatori sanitari, fino ad arrivare allo sciopero qualora non si trovino soluzioni certe a garanzia di personale che ha assicurato nel periodo pandemico il diritto alla salute di tutti i lucani.