Fp Cgil e Fiom Cgil annunciano stato di agitazione lavoratori addetti agli impianti di depurazione ambiti 14 e 15 di Acquedotto Lucano. Di seguito la nota integrale
I lavoratori addetti agli impianti di depurazione degli ambiti 14 e 15 dell’Acquedotto Lucano situati in provincia di Matera e gestiti dall’azienda ETICASPA, stanchi ormai dei continui ritardi nel pagamento degli stipendi ( lo stipendio di agosto è stato accreditato solo il 15 ottobre e di quello di settembre si sono perse le tracce) hanno dato mandato alle scriventi Federazioni di categoria di proclamare lo stato di agitazione.
La situazione si è fatta insostenibile e non ci è dato conoscere quali siano le motivazioni alla base del sistematico ritardo nel pagamento degli stipendi. Se ciò sia dovuto a problematiche aziendali oppure ai ritardi con cui l’Acquedotto Lucano, Ente appaltante, procede a liquidare le fatture all’azienda che gestisce gli impianti di depurazione. Insomma: le aziende cambiano ma i ritardi continuano e farne le spese sono i lavoratori.
È appena il caso di ricordare che stiamo parlando di lavoratori che che vivono del loro salario, quasi tutti monoreddito ed alcuni anche con contratti di lavoro part time. Vivere quotidianamente una condizione di grave precarietà economica come quella appena descritta fa superare inevitabilmente la soglia di sopportazione.
Se Acquedotto Lucano non è in grado di vigilare e di pretendere dalle imprese che gestiscono gli impianti il rispetto dei contratti nazionali di lavoro, allora proceda all’internalizzazione del servizio e gestisca direttamente gli impianti.
Una soluzione che oltre a risolvere i problemi dei lavoratori permetterebbe una sistematizzazione di un settore che conta sull’intero territorio regionale oltre un centinaio di impianti di depurazione in buona parte appaltati a imprese e società esercenti servizi ambientali. Una frammentazione che oltre a provocare continue fibrillazioni, finisce per penalizzare sia i lavoratori addetti che la popolazione lucana.
Riteniamo che, una volta per tutte, l’Acquedotto Lucano debba fare chiarezza sul piano industriale, unico strumento che prevede quali servizi, come deve svolgerli il Gestore, che tipo di organizzazione, come intende gestire gli impianti e le ricadute sul piano tariffario per gli utenti.
Per tutte queste ragioni nei suddetti ambiti è stato proclamato lo stato di agitazione.